Oggi, in bici, dentro un pomeriggio di sole e di colori autunnali, salendo e scendendo lungo la corteccia della mia terra varesina, consideravo la bellezza della bici, vissuta così, da amatore, nella fatica modesta della salita, in quella pedalata non lenta ma al tempo stesso capace di farti gustare il panorama (in foto, Ganna e il suo piccolo lago visti da Mondonico), ad esempio Mondonico, dopo il tratto in pavè il Monte Rosa là in fondo...insomma, nessuna controindicazione... ma insieme pensavo a come il ciclismo sia in fondo stato rovinato dal professionismo: la fatica modesta diventa fatica insopportabile, che 'obbliga' a scorciatoie e trucchi per non soffrire oltre il lecito. L'inganno -indotto dal professionismo- ha tarlato questo frutto gustoso.
C'è del marcio nella bicicletta, quando va troppo veloce.
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