martedì 16 ottobre 2012

Auguri, grande Fausto

Tanti auguri al mio amico Fausto Bonoldi, in festa per il suo compleanno. A lui devo un'attenzione particolare nella mia 'carriera' di giornalista pubblicista in Prealpina, quotidiano per il quale lui ha lavorato da sempre, sino alla meritata età della pensione. Lo ricordo prima nell'ufficio di fianco a Max Lodi, poi nei piani alti, di fianco al direttore, in ruoli di notevole impegno e responsabilità. Grande appassionato di musica, tifoso mai sazio di vittorie del Varese calcio, ha scoperto con la pensione il piacere delle camminate, dello sport praticato. 
A Fausto devo anche questa introduzione al mio libro 'Varese-il bianco e il nero' (con foto di Carlo Meazza). Siamo nel 2001, e questa resta una delle migliori presentazioni che mi riguarda. Mi sento rappresentato da queste parole, anche se Fausto è stato, come sempre, sin troppo generoso.


AGGUATO LETTERARIO

Me lo trovo accanto all’improvviso, nella luce incerta del primo mattino, lungo l’ultimo tratto di strada comune verso la scuola dei nostri figli, e senza parlare mi infila nella tasca della giacca o del cappotto un foglio accuratamente piegato in quattro. La prima volta sono rimasto stupito e gli ho domandato perché mai, per consegnarmi l’ultima puntata di ‘Pensieri&Parole’, mi avesse teso un agguato. Poi ho capito che il suo fare furtivo era una spia del pudore che contraddistingue chi, in questo nostro mondo distratto, si ostina ad avere dei pensieri e non bara con le parole.
Potrà sembrare un paradosso ma Carlo Zanzi, giornalista e scrittore prolifico, non è uomo di molte parole: perennemente in tuta, la divisa della sua professione di insegnante di educazione fisica, che vive da educatore tout court, e spesso a cavallo della sua bicicletta, ha piuttosto tutte le caratteristiche esteriori dell’uomo d’azione. Ciò che ‘tradisce’ la sua intima natura è l’espressione: quel sorriso discreto che illumina il suo sguardo lungimirante.
La grande dote di Carlo Zanzi, notista di costume della Prealpina, è proprio la capacità di non fermarsi mai alla superficie e di cogliere degli avvenimenti, anche quelli apparentemente banali, il senso profondo, e dei personaggi che chiama sul palcoscenico del suo ‘teatro della vita quotidiana’ quella specificità esistenziale che fa di ogni individuo una persona.
Sensibile e tenero in giusta misura senza mai diventare melenso, appassionato custode delle tradizioni bosine e del nostro ‘lessico famigliare’ ma immune dalla deprimente nostalgia, Zanzi investe nel suo lavoro giornalistico e letterario il pregio, assai raro, di essere al tempo stesso giovane di spirito e carico d’anni di esperienze, le sue e quelle delle generazioni che l’hanno preceduto e gli hanno lasciato la loro indelebile impronta.
“L’età adulta, deo gratias, non è solo acciacchi e lavoro e figli da tirar grandi e preoccupazioni, ma spesso anche la capacità di sollevare lo sguardo oltre i propri piedi: e ce n’è bisogno”, scrive Carlo in uno dei suoi ‘graffiti’ che potrete leggere in questa raccolta. L’esempio lo dà lui, che i piedi è abituato a farli correre ma con lo sguardo sempre oltre.

                                                                                                       Fausto Bonoldi

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