mercoledì 30 aprile 2014

Felice compleanno, cara Laura

Felice compleanno alla mia amica, compagna di liceo nonché grande giocatrice di golf, Laura.

Noi siamo ancora qua

                                                                                            foto emmezeta


Primo maggio 1981-primo maggio 2014: 33 anni, 12.129 giorni insieme...sentivo casualmente la canzone di Vasco Rossi, 'Io sono ancora qua'..declinandola al plurale ho trovato che vada bene anche per noi. Qui la foto è un po' datata, siamo a Porto Recanati, maggio 2006, per il nostro 25°....un po' siamo invecchiati, soprattutto io, ma tutto sommato reggiamo ancora bene all'urto della vita. Che -va scritto- con noi è stata generosa.

Gaudio e dramma: la vita che sorprende


                                                                                              


La primavera varesina (soprattutto aprile e maggio), con le sue bizzarrie (escursioni termiche anche di 20°, si passa da 25° a 5° e viceversa), con un giorno radioso e uno uggioso (nella foto ieri, 29 aprile, le cime del Monte Rosa da Calcinate degli Orrigoni) mi porta spesso a fare questa riflessione: la vita può passare dal gaudio al dramma in un attimo, senza preparazione, preavviso. Naturalmente può avvenire il contrario, anche se con l'età si è più propensi a credere che la prima versione dei fatti sia la più frequente. 
La primavera varesina è la sezione di vita che sorprende, nel bene e nel male. 
                                                                                foto carlozanzi

martedì 29 aprile 2014

Ostacoli troppo alti

                                                                                             foto carlozanzi


Torno un attimo alle gare di atletica di ieri, fase territoriale dei Campionati Studenteschi di atletica leggera 'cadetti' (seconda e terza media), che si sono svolte nel bel campo gara di Calcinate degli Orrigoni, ai piedi del Sacro Monte e del Campo dei Fiori. Tutto bene, meteo super, tanta partecipazione (oltre 20 scuole) e un solo neo: la corsa ad ostacoli. Gli ostacoli da 0.76 sono troppo alti per i ragazzi delle medie, non mi stancherò mai di ripeterlo. Infatti più di un ragazzo è caduto, e un alunno di Caravate si è fatto male ad un gomito. Per una decina di anni avevano abbassato saggiamente l'altezza a 0.60, poi non so per quale motivo è tornata a 0.76 (trent'anni fa era addirittura 0.82 per i maschi!). Gli 'amici' romani, che in un assolato pomeriggio settembrino decidono le sorti dello sport scolastico, dovrebbero consultare sì, anche i tecnici di atletica, ma soprattutto i docenti, e quelli che -come me- hanno almeno trent'anni di servizio, che conoscono molto bene le potenzialità degli alunni. L'hanno fatto? Sinceramente non credo. 

Il racconto del mercoledì



MUGHETTI DI MAGGIO
di carlozanzi

Prese l’auto e attraversò il centro città, semideserto nella sonnolenza di un giorno di festa. In discesa giù verso la valle, attraversò il ponte sopra un fiume che mandava cattivo odore, salì verso una collina, svoltò a destra, seguì una stretta strada asfaltata, lasciò alla sua destra il carrozziere, passò fra ville graziose e cani che dormivano, sbucò sopra un piano e prese a sinistra, finché trovò il posto che cercava.
Posteggiò l’auto, scese e respirò l’aria che non sapeva più di quel fiume marcio ma di fioriture primaverili, d’erba grassa, colorata a tinte forti dalla pioggia, che in quelle zone abbondava. Infatti il terreno era umido, e non di rugiada. Ma era stato previdente, calzava scarpe adatte e si era coperto a sufficienza, per non dover soffrire il freddo. La sua filosofia di vita, al capito cinque, così recitava: “Già si soffre abbastanza, evitiamo l’evitabile.”
Guardò in un prato a bordo strada ma restò deluso. Guardò lungo la stretta carreggiata, a destra e a sinistra: la sua era la sola auto posteggiata. Nessun rumore di vetture in lontananza. Era solo, felice perché certo che avrebbe trovato ciò che cercava, sicuro che lei sarebbe stata contenta: una levataccia che sarebbe andata a buon fine. Prese una mulattiera e trovò il bosco, robinie soprattutto: non eleganti, spinose ma lui guardava a terra, nelle radure che s’aprivano fra i tronchi. Per il momento foglie, solo foglie, verdebrillante, in salute, ma i fiori?
“Sono in anticipo o in ritardo” pensò e sentì quella debole rabbia che prende quando un nostro piano rischia di naufragare.
Andò a cercare un angolo con più luce. Le scarpe pesanti si stavano infangando, con la delusione saliva la sonnolenza e anche il regalo che intendeva incartare perse il suo valore. Ma lo riacquistò alla prima corolla: corolla di mughetto. In principio chiusi, come un minuscolo pugno serrato color verdeacqua, ma qualche metro più in là, sull’altro lato del sentiero, il verde trovò finalmente il candido del mughetto in salute, della giusta maturazione, pronto per lei. La foga della scoperta rovinò i primi fiori, che strappò con mossa da principiante. Si pentì, si ripromise calma. I fiori andavano sfilati dal terreno, lasciando le radici dove dovevano rimanere.
Il desiderio di offrile quel profumo, e la consapevolezza che erano fiori rari, proibiti al pari della biblica mela lo invogliò ad accontentarsi di un piccolo mazzo, che contornò con le foglie. Lo legò con fili d’erba, ci fece annegare il naso, ringraziò e si preparò per il rientro. Avrebbe voluto trovarla ancora nel letto.
Una guardia forestale lo sorpresa mentre stava nascondendo il suo raccolto di mughetti nello zaino. Si era avvicinata silenziosa, col desiderio di punire quell’uomo irrispettoso della legge.
“Lo sa che non si possono raccogliere i mughetti?” disse l’uomo in divisa.
Lui fece un verso triste, un cenno col capo che voleva dire: ‘Mi hai beccato, sì, lo so, hai ragione, sono in colpa, non del tutto pentito’ ma in realtà, per la cronaca (che non comprende i pensieri) disse: “Sì, lo so.”
“Mi può mostrare gentilmente i fiori?” disse la guardia forestale.
“Eccoli” e nell’atto di allungare il braccio con la preda floreale, immaginò quanto sarebbe stato diverso lo stesso gesto, regalato alla donna che amava.
Il pubblico ufficiale valutò, quindi sentenziò: “Sono cento euro di multa.”
Lasciata sbollire la sgradita sorpresa, lui disse, deciso: “Guardi, non che sia contento, questo no, ma i cento euro li pago con meno rabbia, perché si tratta di un regalo.”
La guardia forestale ci pensò un istante, questo va scritto, ma infine decise di andare sino in fondo: “Lo sa che questi mughetti li dovrà lasciare a me? Sono sotto sequestro.”
“Lo sa che lei può andare a fanculo?” Lanciò il mazzolin dei fiori verso il cielo, i fili d’erba si sciolsero, una pioggia di mughetti lavò il viso della guardia forestale. “E ora se li raccolga, piccolo uomo.”


  

Pietro in alto



Per una volta non parlo della Vidoletti ma della Pellico di Varese, e ne parlo perché nel salto in alto gareggiava Pietro, figlio dei miei amici Luisa e Marco. Buona la sua prestazione, e la Pellico si è qualificata per le finali provinciali dei CS di atletica leggera 'cadetti', in programma mercoledì 7 maggio a Cairate.

Completiamo i cadetti Vidoletti



Completiamo il quadro dei piazzamenti dei cadetti Vidoletti, con le prestazioni di chi non è salito sul podio ma lo stesso si è difeso egregiamente. Nel vortex 9° Filippo Trivini Bellini (m 49.02) e 23° Riccardo Trezzi (m 41.77). Nei 1000 metri, 14° Leonardo Macchi (3'24"38) e 16° Pietro Caracciolo (3'27"96). Nella velocità 80 medaglia di legno per Jacopo Magoga (10"64) e 8° Alessandro Mognon (10"90). Nel salto in lungo altra medaglia di legno, 4° posto per Mattia Gatti (m 4.38) e 5° posto per Marco Di Santo (4.37).

Christian di bronzo



Medaglia di bronzo nel getto del peso 4 kg per Christian Gottardi, con la misura di m 9.86. 4° posto per Tommaso De Dionigi, m 9.69

Bishal piè veloce


La delusione per la sconfitta nella finale del Garbosi contro gli storici rivali della Pallacanestro Varese (Bishal gioca nella Robur) è ormai dietro le spalle, e oggi Torrente Bishal ha potuto festeggiare una splendida vittoria negli 80 ostacoli, con il tempo di 13"06. Ma benissimo anche il secondo alunni Vidoletti in gara, e cioè Andrea Bezzecchi, medaglia d'argento in 13"78. Bravissimi!

Matteo e Daniel



Ecco i saltatori in alto Vidoletti: Matteo Giudici (5° con 1.51) e Daniel Dogbo (7° con 1.48).

Staffetta 4x100: oro



Era la prima volta che la 4x100 Vidoletti provava la staffetta su una pista da 400 metri, e il riscontro cronometrico è stato ottimo: 51"24. In pista due italiani, un nepalese e un ivoriano: staffetta multietnica. Ecco i nomi: Bishal Torrente, Daniel Dogbo, Jacopo Magoga e Marco Di Santo. 

Ottimi i 'cadetti' Vidoletti



I 'cadetti' della Vidoletti, primi nella fase interdistrettuale dei CS di atletica leggera, con punti 27.

La fatica di Giulia e Benedetta


Nei 1000 metri cadette, 8° posto per Giulia Gorri (3'48"78) e 14° per Benedetta Gilling (3'57"42). La gara più faticosa.

Martina d'argento



Martina Bossi, negli 80 ostacoli, ha rischiato di cadere ma è rimasta in piedi con grande equilibrio ed ha concluso la prova con un ottimo 15"58, che vale la medaglia d'argento. 5^ Alice Zanzi, in 16"64

Rachele, una ragazza d'oro



Rachele Bonaria, prima nel lancio del peso 3 kg con l'ottima misura di m 8.46. 14^ Carola Caloni, m 7.08

Bronzo per Martina



Nel lancio del vortex, 3° posto per Martina Maffina (m 39.91) e 9° posto per Rachele Caggioni (m 33.85).

Marta, medaglia di bronzo



Marta Carcano, 3^ nel salto in lungo con 3.94. 7^ Federica Lodin, 3.65.

Elisa e Lucrezia sul podio



Doppio podio Vidoletti nel salto in alto 'cadette': 1^ Lucrezia Tibiletti (1.44), 2^ Elisa Bizzozero (1.44).

Gli 80 di Eleonora



Eleonora Alberti, prima nella velocità 80 col tempo di 10"66. 19^ Monica Parolin, in 12"34.

Una 4x100 d'oro



La staffetta 4x100 cadette, prima con un ottimo 55"42. Sul podio Eleonora Alberti, Marta Carcano, Martina Bossi e Lucrezia Tibiletti.

Un applauso alle cadette Vidoletti



Le 'cadette' della Vidoletti, prime nella fase interdistrettuale dei CS di atletica leggera, con punti 12. Bravissime!

lunedì 28 aprile 2014

Santa Caterina



Felice onomastico, cara Caterina.

Paolo all'organo

                                                                                                  foto carlozanzi


I lettori di questo blog sanno che non parlo quasi mai di mio fratello più piccolo, Paolo. So che non ama farsi pubblicità. Ma sabato sera ero a Messa nella chiesa parrocchiale dei Santi Pietro e Paolo in Biumo Inferiore, la chiesa del mio matrimonio, e lui suonava l'organo. Mi è venuto spontaneo scattargli questa foto, a testimonianza della mia stima per il servizio che da tanti anni svolge in alcune parrocchie cittadine. So che lo fa anche per fare memoria di nostra mamma Ines, che su quell'organo ha suonato, che ha diretto la corale Shalom e che ha lasciato ai suoi figli in eredità l'amore per la musica.

Il sorriso di Carlo



Il 28 aprile del 2009 moriva, a 57 anni, Carlo Chiodi. Mi accoglieva sempre nel suo studio a Radio Missione Francescana, dedicando spazio ai miei libri nella sua seguita trasmissione 'Cappuccini e brioches'. Era curioso ed entusiasta del suo nuovo lavoro di giornalista radiofonico. So che ha lasciato una bella testimonianza di come la fede in Dio possa aiutare anche nei momenti più drammatici. Di più, ad un uomo, credo non si possa chiedere.
Ciao, Carlo.

Mock & Gabry: si riprende il cammino

                                                                                                foto mock

Mio fratello Marco, con un piccolo intervento oggi, chiude un lungo periodo di cure, durato più o meno un anno, un periodo "che sa tanto di miracolo" scrive Marco. Per dare un segno di tale nuovo inizio, Mock ha comprato due paia di scarpe, un paio per lui e uno per sua moglie Gabriella, ad indicare che da oggi il cammino continua. Mi piace sottolineare che ho sempre parlato di Marco e della sua forza interiore, ma mi pare bello scrivere qui che sua moglie Gabriella gli è stata accanto in modo ammirevole.
Questa sera, ore 18, nella chiesa di Biumo Inferiore, Marco parteciperà alla Messa come gesto di ringraziamento. Gli amici sono avvisati.

Una santa stretta di mano





Nel 1984 mio fratello Marco ebbe l'onore di suonare davanti a sua Santità (che poi è diventato santo davvero) Giovanni Paolo II (purtroppo non riesco a far ruotare la foto). Un buon inizio di carriera, una santa stretta di mano che, me lo auguro, lo accompagnerà ancora  a lungo.

domenica 27 aprile 2014

Finalmente l'ho trovato

                                                                                 foto carlozanzi


Quando leggo i nomi dei giocatori delle varie squadre di basket che seguo, amo andare a vedere la loro altezza e il loro peso. Ho sempre cercato uno che fosse uguale a me come altezza e peso, ma ho notato che chi è alto come me (1.80 con le scarpe, 1.78 senza) pesa almeno 10 kg di più. Un esempio? Brian Chase, della Vanoli Cremona, è alto 1.78 e pesa 80 kg. Ma oggi, sempre nella Vanoli, finalmente ho trovato uno uguale a me, il n° 9, il giovane Gianluca Marchetti, classe 1993: 178 x 66 kg. Oggi Gianluca si è dato molto da fare, veloce, ottimo palleggio, ma nel tiro anch'io avrei ottenuto lo stesso risultato: 0 punti!

Cimberio Varese-Vanoli Cremona: 78-70

                                                                                         foto carlozanzi


Cremona: turùn, turàzz, tetàzz e..tonfo a Varese. Le 4 t di Cremona, ma non è il caso di parlare di tonfo, perché i cremaschi hanno dato pensieri alla Cimberio sino ad un paio di minuti dalla fine. Partita combattuta, vinta dai varesini anche grazie all'apporto decisivo dei piccoli, Terrell Stoglin (n° 12), 13 punti e grinta, e soprattutto un ottimo Andrea De Nicolao (vincerà il Premio Latte Varese come miglior giocatore), 16 punti, tanto lavoro e soprattutto tre triple iniziali che danno il la alla partita. Si inizia in sordina e a parte De Nik e le sue triple si vede poco, Banks è un po' spento, Cremona gioca e segna, il primo quarto finisce 21 a 19 per noi. Nel secondo non cambia la musica, Bizzozi mette le seconde linee e allora Stoglin ha modo di farsi notare, non così Rush. Nel complesso Varese non segna da fuori, la metà partita vede avanti i biancocelesti 37 a 36. Si ricomincia con il quintetto base, Banks torna in campo grintoso, segna, poi azione pallavolistica DeNik-Banks, mentre il presidente Linton Johnson tira e regolarmente sbaglia da fuori. Si gioca con due piccoli (Stoglin e De Nik), Cremona non molla ma riusciamo a fare un piccolo strappo in avanti, anche 10 punti, che saranno 7 all'ultimo intervallo breve: 57 a 50 per Varese. Inizia l'ultimo quarto: bene Polonara ma bene anche Cremona, che torna a segnare da fuori e si arriva al 60-60 a - 5'30". Ecco allora, a due minuti dalla fine, le due triplone scacciaincubi di capitan Ere (sino a quel momento piuttosto fiacco e impreciso), una stoppata di De Nicolao, una schiacciata del presidente e Varese se ne va: 72-65 all'ultimo minuto, mentre il pubblico grida 'Alè Bizzozi!', finale 78 a 70. Banks, pur giocando solo a tratti, mette nel carniere 18 punti e 27 di valutazione, 21 di valutazione De Nicolao. Per Cremona, bene Rich Jason (20 punti, 21 di valutazione) e Jarrius Jackson (17 punti).
Varese ha fatto il suo dovere, ha vinto, resta Roma a Roma, Siena a Masnago. Resta un barlume di speranza per i play-off.
Forza Varese!

L'Aletta di Carlino





Negli anni Settanta, Carlo detto Carlino per me era essenzialmente due cose: il fratello maggiore di uno dei miei migliori amici, Gigi, e il proprietario dell'Aletta Scrambler 125. Mentre io attaccavo con la molletta sui raggi della bici la cartolina per fare il rumore di motocicletta, e poi avevo un miserabile Mosquito, un Demm da tamarri e un Garelli da tapini, Carlino raspava la ghiaia dell'oratorio Molina di Biumo Inferiore con una luccicante Aletta Scrambler 125, con un motore che suonava melodie dolcissime. Naturalmente ieri sera, a cena, ho riacceso il motore di quella moto che mi ha fatto sognare. L'invidia di allora oggi non c'è più: non mi interessa avere una Ferrari Testarossa al posto della mia Kia Rio, basta che un'auto mi porti dove devo andare. Non mi interessa possedere una bici da corsa da 3.000 euro anziché la mia, da 350 euro, basta che mi conduca dove voglio, cioè in cima al Campo dei Fiori, senza rompersi. Ma allora, quando di anni ne avevo 12, 13, 14, 15...allora era diverso.

sabato 26 aprile 2014

Sfiorato dalla santità



Fra poche ore Papa Giovanni XXIII e Papa Giovanni Paolo II saliranno dal gradino di beati a quello di santi. Se non erro, sono i primi santi che ho conosciuto personalmente. Meglio, Angelo Roncalli, il papa buono, l'ho visto solo alla tele, ho ricordi vaghi delle immagini della sua morte, mentre il papa polacco davvero mi è passato accanto più volte: nell'inverno del 1978 nella piccola chiesa dell'Università Cattolica di Milano, poi a Roma nel 1980, e poi il 2 novembre 1984 al Sacro Monte di Varese...almeno tre volte un santo ha sfiorato la mia incredulità credente. Prego con una certa regolarità (e in questo vagamente somiglio ai due papi santi) ma non prego facendo riferimento ad un santo, nemmeno San Carlo. 
Oggi senz'altro pregherò per loro e a loro chiederò un aiuto, per continuare il mio cammino.

Una cena, fra Redford e Millet




Ringrazio gli amici Manuela e Carlo per l'ottima cena di ieri sera e la bella chiacchierata. Dall'amico Carlo ho avuto una conferma e una sorpresa. La conferma è il suo grande amore per la pesca e per un film in particolare, 'In mezzo scorre il fiume' (che ci ha riproposto nelle sue scene peculiari), 'A river runs through it', diretto nel 1992 da Robert Redford, che vinse un Oscar per la fotografia di Philippe Rousselot. Un film commovente, la storia di due fratelli assai diversi, educati dal padre (un severo pastore presbiteriano) al culto di Dio e della pesca alla mosca, ambientato nel Montana fra il 1910 e il 1925. Naturalmente Carlo ha anche il libro, dal quale il film è stato tratto, romanzo autobiografico scritto a ben 74 anni (e questo mi ha confortato) da Norman Maclean.
La novità riguarda invece il pittore Jean-Francois Millet, autore del celebre dipinto 'Angelus' (realizzato fra il 1857 e il 1859), che è diventato autore privilegiato anche di Carlo (detto Carlino). Ho inoltre scoperto una nuova casa editrice varesina, la Concreo (www.concreo.eu) che ha realizzato un bel libro proprio su Millet, e che Carlo naturalmente aveva e ha regalato anche agli operai della ditta Alberti, in occasione della Santa Pasqua.
Una serata piacevole e istruttiva.

venerdì 25 aprile 2014

Attilio e Fabio

                                                                                              foto carlozanzi




Ieri, a festeggiare il mezzo secolo di Gigetto, c'era anche il mio amico Attilio, ottimo fotografo, che mi ha anticipato gli eventi del 9° Memorial Fabio Aletti, voluto per ricordare suo figlio Fabio, morto prematuramente. Tornerò sull'argomento. Anticipo solo il primo evento, in programma il 20 maggio 2014, ore 21, salone parrocchiale di piazza XXVI maggio, a Biumo Inferiore. Incontro con don Alessio Albertini (consulente nazionale ecclesiastico CSI), Stefano Bizzozi (Coach Pallacanestro Varese), Andrea Schiavi (responsabile settore giovanile basket Robur et Fides) e Marco Caccianiga (responsabile scuola calcio AS Varese 1910), il tutto condito dalla simpatia di Roberto Bof (Sestero onlus).

Un preoccupante fiatone

                                                                                                foto carlozanzi

Ieri, osservando il fondo perfettamente erboso del campo degli Alberti, un prato all'inglese davvero invitante, mi è tornata la voglia di fare una bella partita a calcio. Ma hanno tolto anche le porte. E così sono tornato alla metà degli anni Novanta, quando lì ho disputato una delle mie ultime partite a calcetto, che mi ha messo in allarme. Sportivo da sempre, da un po' di anni avevo assai ridotto l'attività, causa i figli e anche l'amore per la scrittura, che mi obbligava a stare col culo sulla sedia. Correndo in quel match mi sono accorto che non avevo più fiato, il fiatone arrivava troppo celermente. Così dal 1996 ho ripreso a fare sport con continuità: maratona, triathlon e poi basta gare ma un'oretta al giorno, anche oggi. Il fiato è tornato presto. Gli anni hanno rallentato la loro fuga in avanti.

Fra balli, cibo, ricordi e pappataci

                                                                                            foto carlozanzi


Molti i pensieri ieri, seduto, ai margini del grande prato degli Alberti, dove, a partire dagli anni Ottanta, si sono svolte memorabili partite a calcio. Il primo, evidente: trent'anni sono volati, ora siamo tutti sposati, genitori, qualcuno già nonno. I pochi nostri genitori rimasti viaggiano intorno ai novant'anni, resta tanta gratitudine per tutto ciò che ci è capitato, anche molto dolore per chi se ne è andato e per chi soffre, e restano -purtroppo- le vere bestie nere di questo luogo accogliente, che puntualmente calano a sera: zanzare e pappataci. Fra l'altro ho scoperto che pappataci sta a significare: mangia e taci, perché a differenza delle zanzare questi insulsi e dannosissimi moscerini sono silenziosi, succhiano furtivamente il nostro sangue e se ne vanno, satolli e svolazzanti.

Festa di mezzo secolo

                                                                                           foto carlozanzi


Bella festa per i 50 anni del mio amico Gigetto ieri sera, nel grande prato-campo di calcio degli Alberti. E ho ritrovato anche l'amico padre Mauro Serragli detto Baffo, missionario comboniano, in arrivo dall'Uganda. L'Africa fa bene alla salute: l'ho trovato niente affatto invecchiato. 

Auguri, Elio



Mio suocero Elio oggi avrebbe compiuto 89 anni. Buon compleanno.

25 aprile 1945: i ricordi del Mario


Mio papà Mario, classe 1926, ha scampato per un pelo la chiamata alle armi. Soprattutto nell'ultimo periodo della guerra quelli del '29 venivano chiamati per andare a lavorare in Germania. Grazie a documenti falsi e a qualche giorno da sfollato nella bassa varesina, il Mario se l'è cavata. Ecco i suoi ricordi di quella fine di aprile del 1945. 



Venerdì 25 aprile 2014

“Ricordo un clima di euforia e di confusione, e anche di sospetto. Il tempo della grande vendetta. Gente scendeva dai monti, gli internati ini Svizzera sarebbero arrivati poco alla volta, mesi dopo, come i miei fratelli Francesco e Giuseppe.
Alcune donne vennero prese e portate in piazza Milite Ignoto, a Sant’Ambrogio. Dicevano che erano state coi fascisti. Vennero rapate a zero.
Sempre in quella piazza il partigiano Augusto Bianchi, morto poi giovane di un tumore, si faceva vedere con le armi in mano e un giorno cominciò a sparare dalla piazza verso le ville. Uccise senza volerlo una bimba, figlia di sfollati.
Ricordo che il 21 aprile un ragazzo discolo di Sant’Ambrogio, un monello diventato partigiano, venne ucciso in una imboscata vicino alla Settima Cappella: lì c’era una villa e lì si trovavano i partigiani.
Ricordo poi i morti fascisti, uccisi nella zona dell’Ippodromo. Si era sparsa la voce di questa esecuzione, la gente si muoveva in massa, fiumi di persone che volevano assistere alla scena. Anch’io andai, avevo 19 anni, vivevo tutto come un’avventura. Ricordo il podestà, un vecchietto arrivato forse il giorno prima da Milano: lo vedo disteso a terra, con gli occhiali rotti e un pezzo di pane in tasca. Provo ancora oggi una grande pena per lui.”



  

25 aprile 1945: fine dei bombardamenti



Penso al 25 aprile del 1945, che non ho vissuto, proponendo questa bella poEsia del mio amico Amedeo Bianchi, poeta come il figlio Arnaldo, che visse quel dramma. E così ricorda un bombardamento.


BOMBARDAMENTO

Battevano sei ore al campanile,
sull'aia cantò il gallo,
un cane tagliò obliquo sulla piazza
e s'udivano scoppi in lontananza.
Non potevo seguire col mio sguardo,
né potevo pensare con la mente
che una cosa per volta;
o questa o quella
ogni nesso intelliggibile svanito,
sfilacciato nel nulla.
Stranito dall'androne sogguardavo
una finestra aperta, un palo, il cane,
di soldati un bivacco. Dalla stanza
indistinto giungeva un cicaleccio
usuale, concreto e senza alterco.
Poi, m'avvolse una folla
che, atterrita,
d'improvviso, dal fumo dilagava
e fuggiva senza meta dalla fiamma
di novanta cubiti, alta, vorace,
che giù verso occidente divampava.

Amedeo Bianchi  IL LABILE CONFINE

giovedì 24 aprile 2014

San Marco



Oggi è San Marco. Felice onomastico ai molti Marco che conosco, ed in  particolare a mio fratello Marco detto Mock. Ecco in foto la copertina del suo nuovo cd, in uscita alla fine di giugno. Lo vediamo col suo amato Buddy, dietro a lui le stupende dolomiti della Val Gardena, sentiero che parte da Passo Gardena verso il Gruppo Sella.