Che coincidenza. Anni fa facevo parte della giuria del Premio di poesia e narrativa 'Beato Federico Ozanam', insieme a GiPi Cottini e ad altri. Nella 2^ edizione del premio, al 2° posto fra le poesie arrivò Umberto Belardinelli (foto) con 'Voce mea ad Dominum clamavi': era il 19 novembre del 2000. Parlando di recente con un mio nuovo vicino di casa ho saputo che scrive poesie, e gli ho chiesto di farmene avere qualcuno. E cosa scopro? Che si tratta proprio di quell'Umberto Belardinelli, che avevo completamente dimenticato. Ecco allora, a 14 anni di distanza, la sua poesia premiata, che ci riconduce a San Francesco d'Assisi:
VOCE MEA AD DOMINUM CLAMAVI
di
Umberto Belardinelli
E’
distante la battaglia
dove
il tuo sonno non è giunto,
dove
nell’aria lacerata dalla morte
l’umiltà
ferita si rialza.
E’
strano l’abito che indossi:
non
è tessuto in nobiltà
e
traccia parole nuove nell’era volgare,
nella
terra di Aton e nel tuo cuore.
Ti
sorveglia chi è Padre d’ogni tempo
sulla
tosca cima del Verna,
dove
il Golgota incide le tue mani
ed
al cui tocco è docile la zanna.
Tu
non comprendi il nulla
nella
nudità delle ferite,
e
lodi tutta la natura
poiché
la carità non mente.
L’immensa
cavità del tuo dolore
si
colma di preghiera;
il
vento soffia canti di Clarisse
sulla
dura terra, dove la Tua voce
cerca
l’Eterno e ancora dolce, riecheggia,
nei
precipizi del mio tempo.
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