sabato 29 novembre 2014

Senti che è di troppo



Nell'antologia poetica 'Quarta generazione' (che ho presentato oggi in altro post) ho trovato stasera questa poesia di Padre David Maria Turoldo, scritta che non aveva ancora quarant'anni. Esprime la fatica della rinuncia sacerdotale. 


SENTI CHE E' DI TROPPO
di David Maria Turoldo

Senti che è di troppo
il sapore di una pesca
in questa povertà
di case diroccate;
senti che non ti è lecito
provare questo dolciore
d'anima emigrata
dalla strada
della tua umanità.
Sposata hai
una pena
di non sentire mai
dolcezza alcuna
che non sia di tutti;
ed ora ti tenta
questo profumo
di pesche e di aranci,
ed ora ti seduce
questo languore di tigli,
ed ora vorresti
andartene in pace
in quest'orlo di città
in queste ghirlande
di bimbi a dimenticare.
E invece è tuo soltanto
il grido della città
disfatta sotto il sole,
e tu solo
puoi rianimare i corpi
abbattuti ai piedi
delle piante
nell'afosità dell'estate.
Ah tu non puoi
concederti a queste
momentanee paci.
Tu sei la possibilità
di una viva
solitudine;
e il tuo sacerdozio
è un'oasi
ove essi hanno il diritto
d'approdare
dalle loro fatiche.

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