martedì 11 novembre 2014

Il pensiero del mercoledì


Stamani, affacciandomi al balcone e rovesciando lo sguardo dentro questa deprimente giornata autunnale, ho visto scendere dall'auto un bimbo con stivaletti e ombrellino. Chiacchierava con la madre. La sua vocina è stata come un turbine e mi è tornato alla mente questo mie breve scritto, uno dei miei primissimi Pensieri & Parole, pubblicato su La Prealpina del 20 novembre 1996. Ve lo ripropongo, augurandovi il meglio. 



GLI STIVALETTI DELLA SPERANZA
di carlozanzi

Non è quasi mai facile affrontare di slancio la prova della giornata. E se piove, se il chiaro temporeggia, se mucchi di foglie inzuppate e sfatte intralciano la camminata, è peggio ancora. Così bisogna pur trovare, giorno per giorno, una scossa che dia vigore al nostro fiacco entusiasmo. Camminando di primo mattino è facile incontrare, tanto in centro quanto in periferia che nei paesini che abbracciano Varese, razioni di vivacità che ci danno una mano. Barcollanti sotto il fardello multicolore degli zaini o –se ancor più piccini- con in mano la bavaglia e il buono pasto, i nostri bambini avanzano, mano nella mano, verso il loro dovere scolastico: nidi, materne, elementari. Alcuni, al pari dei genitori o dei nonni che li accompagnano, dormicchiano tirando innanzi passi pesanti e capricciosi, ma la maggior parte è svelta, sveglia, chiacchiera e non fa caso alla pioggia, al vento e agli schizzi delle auto maleducate. Anzi, hanno potuto calzare gli stivaletti, indossare la mantella, tenere in mano l’ombrellino: per loro è una mezza festa.
Il punto è che abbiamo bisogno di chi non si lamenti se piove, se ci sono buche per le strade, se fa freddo e se i soldi non bastano mai. Il punto è che ci necessitano abbondanti razioni di entusiasmo, perché pare che il tragitto esistenziale sia una progressiva e demotivante perdita di passione.
I bambini, il futuro del nostro borgo prealpino: è commovente osservarli sul far del mattino, presi nei loro pensieri, comunicativi e birbanti, macchie policrome e vivaci, luci che guizzano nella penombra delle albe novembrine.


20 novembre 1996  (Varese, parole e immagini di un luogo amato)

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