Come già più volte scritto, sono alla continua ricerca di un equilibrio. Credo sia importante. Dentro di noi abbiamo più voci, tutte vogliono cantare, si tratta di dare loro spazio perché nasca un coro polifonico. Abbiamo bisogno di realizzarci nelle tre dimensioni: passato, presente e futuro. Come docente mi sento proiettato nel futuro, lavorando per coloro che saranno gli adulti di domani. Come giornalista e amante della cronaca fisso soprattutto il presente, affinché abbia un futuro. Il narratore, poi, vive di memoria, spesso ambienta le sue storie nel passato, almeno in quello prossimo, è un cultore dei ricordi, perché non vadano perduti. E fa di quei ricordi lo strumento perché, in futuro, ci si ricordi anche di lui, che quei ricordi ha conservato.
Mi direte: ma che noia questo 'equilibrista'. E' vero, però ogni tanto anch'io perdo l'equilibrio.
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