martedì 11 febbraio 2014

Il racconto del mercoledì

                                                                                             foto carlozanzi



UN SEGRETO D’AMORE
di carlozanzi

Ho trentanove anni, due mesi e quattro giorni. Sono un bell’uomo: lo penso io e me lo confermano in molti. Ho un lavoro da ottimo stipendio e godo di invidiabile salute. Sono capitato in questo bar, stasera, perché mi sentivo solo, ma solo davvero. In linea di massima amo la solitudine e amo me stesso. Faccio un esempio: ora vedo sedute di fronte  a me due ragazze, giovani, una ventina d’anni, e molto belle. E che faccio? Osservo se desto loro interesse. Dirò di più: sono certo di fare colpo su di loro. Infatti mi osservano. Parlano, ridono, si confidano e novantanove su cento staranno commentando di quel bell’uomo, solo, seduto di fronte a loro. Il mio cuore appagato attende, come sempre, una mossa femminile. So che arriverà. Lascerò fare a loro, e quando il gusto dell’attesa si sarà macchiato in lenzuola stropicciate, ci si saluta. E’ sempre andata così. 
Ma stasera è diverso. Mi sento solo. Penso a Dio, con rabbia: mi nega la fede in Lui e mi priva della capacità di amare. Ci ho provato ma il debole fuoco, acceso a fatica, soffocava in paure e assenze di un bisogno vitale. Direi che mi bastavo, sino a questo bar in una sera che pareva la solita sera da bar. Ma non lo è. 
E’ troppo tardi? C’è troppo calcare dentro le mie vene? E soprattutto: si può imparare ad amare? O è come un talento: uno ce l’ha e l’altro se lo sogna? Faccio un esempio: sulla mia destra, al tavolino, vedo due innamorati. E lo capisco che si amano come vorrei amare io. Non sto qui a descrivervi la scena ma chi ama l’ha capita: dirò solo che mi fanno invidia ma anche tenerezza, due sentimenti che non stanno bene insieme. Noto loro e si adagia dentro di me un ricordo che prende forma e mi strugge, immagine generata da una fotografia: io, nudo, nella vaschetta per il bagnetto, avrò cinque, sei mesi, e mia mamma che mi lava. Sento l’acqua e le sue mani sul mio corpo, nelle sue carezze scivolose di sapone trovo tutte le attenzioni amorevoli di mia madre.  
Una forza di quelle che probabilmente capitano una volta o due in vita si sta generando in me. E‘ come se capissi che adesso o mai più, una specie di ultima opportunità per non intristire perché davvero, ora, alle ventuno e quindici, mi si para davanti un futuro sterile. Lascio fare a questo impeto?
Osservo le due belle ragazze: si guardano negli occhi. Forse non ho fatto questo gran colpo. Probabilmente sto invecchiando anch’io.

Come fosse un altro a condurmi mi alzo, mi avvicino ai due innamorati, sorriso da ebete, sono impacciato, faccio scivolare da sotto il tavolino una terza sedia libera, forse messa apposta lì da un Amore dei piani alti, i due mi guardano allibiti (e hanno ragione), parlo: “Scusate….posso? Qual è il vostro segreto?”   

Nessun commento:

Posta un commento