UN
SEGRETO D’AMORE
di carlozanzi
Ho
trentanove anni, due mesi e quattro giorni. Sono un bell’uomo: lo penso io e me
lo confermano in molti. Ho un lavoro da ottimo stipendio e godo di invidiabile
salute. Sono capitato in questo bar, stasera, perché mi sentivo solo, ma solo
davvero. In linea di massima amo la solitudine e amo me stesso. Faccio un
esempio: ora vedo sedute di fronte a me
due ragazze, giovani, una ventina d’anni, e molto belle. E che faccio? Osservo se
desto loro interesse. Dirò di più: sono certo di fare colpo su di loro. Infatti
mi osservano. Parlano, ridono, si confidano e novantanove su cento staranno
commentando di quel bell’uomo, solo, seduto di fronte a loro. Il mio cuore
appagato attende, come sempre, una mossa femminile. So che arriverà. Lascerò
fare a loro, e quando il gusto dell’attesa si sarà macchiato in lenzuola stropicciate,
ci si saluta. E’ sempre andata così.
Ma stasera è diverso. Mi sento solo. Penso
a Dio, con rabbia: mi nega la fede in Lui e mi priva della capacità di amare. Ci
ho provato ma il debole fuoco, acceso a fatica, soffocava in paure e assenze di
un bisogno vitale. Direi che mi bastavo, sino a questo bar in una sera che
pareva la solita sera da bar. Ma non lo è.
E’ troppo tardi? C’è troppo calcare
dentro le mie vene? E soprattutto: si può imparare ad amare? O è come un
talento: uno ce l’ha e l’altro se lo sogna? Faccio un esempio: sulla mia
destra, al tavolino, vedo due innamorati. E lo capisco che si amano come vorrei
amare io. Non sto qui a descrivervi la scena ma chi ama l’ha capita: dirò solo
che mi fanno invidia ma anche tenerezza, due sentimenti che non stanno bene
insieme. Noto loro e si adagia dentro di me un ricordo che prende forma e mi
strugge, immagine generata da una fotografia: io, nudo, nella vaschetta per il
bagnetto, avrò cinque, sei mesi, e mia mamma che mi lava. Sento l’acqua e le
sue mani sul mio corpo, nelle sue carezze scivolose di sapone trovo tutte le
attenzioni amorevoli di mia madre.
Una
forza di quelle che probabilmente capitano una volta o due in vita si sta
generando in me. E‘ come se capissi che adesso o mai più, una specie di ultima
opportunità per non intristire perché davvero, ora, alle ventuno e quindici, mi
si para davanti un futuro sterile. Lascio fare a questo impeto?
Osservo
le due belle ragazze: si guardano negli occhi. Forse non ho fatto questo gran
colpo. Probabilmente sto invecchiando anch’io.
Come
fosse un altro a condurmi mi alzo, mi avvicino ai due innamorati, sorriso da
ebete, sono impacciato, faccio scivolare da sotto il tavolino una terza sedia
libera, forse messa apposta lì da un Amore dei piani alti, i due mi guardano
allibiti (e hanno ragione), parlo: “Scusate….posso? Qual è il vostro segreto?”
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