sabato 5 aprile 2014
Preghiera, detta con ira, per un suicida
Non ho ancora capito di che genere sia la religiosità del mio amico poeta Arnaldo Bianchi. Nelle sue liriche raramente parla di Dio, ma ogni tanto sì, come in questa, del lontano aprile 1987. Dovessi giudicare da questa poesia, direi che il 'suo' Dio è simile al mio, un Dio da lodare nella bellezza, un Dio bisognoso del nostro perdono, nel mistero doloroso della vita.
PREGHIERA, DETTA CON IRA, PER UN SUICIDA
a Primo L.
Pregate, con furore, per gli ignoranti ed i violenti
che già le vittime e i giusti sono cari al cielo.
Ogni suicidio è sempre un omicidio collettivo
e chi ha giudicato e giudica e spesso condanna
è il colpevole.
Che Dio, allora, abbia pietà degli ignoranti e degli arroganti
che già gli umili, i deboli e i miti sono dentro la sua luce,
stanno lungo la sua strada. Che Dio abbia il perdono che noi
più non abbiamo,
che più noi non possiamo.
Aprile '87
Arnaldo Bianchi PAESAGGI INATTESI l.v.g.
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