Herbert
di franco hf cavaleri
Fantasticherie: cellula Terra
Guardala bene questa nostra cellula, lì sul video puoi osservare le varie fasi del suo sviluppo, fino all’attuale situazione critica.
Lo studente sollevò gli occhi dal microscopio e diresse lo sguardo verso lo schermo.
Vedi, disse il professore, dapprima tutto il corpo con tutte le sue componenti viste in generale e da lontano, poi zumiamo verso quella fascia biancastra, del color del latte.
Ecco, si cominciano a delineare le zone che a noi interessano, osserva tutte quelle cellule tutte differenti tra di loro. Zumiamo ancora. Abbiamo messo a fuoco l’area circostante al punto da studiare, troviamo quella grossa cellula centrale, molto rossa, e poi tutte quelle altre che le stanno attorno, come se fosse un sistema organico, connesso ovviamente e in intecomunicazione con tutto il resto.
In linea di massima tutte quelle cellule sembrano inattive. Guarda ancora, perché solo una presenta segni particolari. Benissimo, siamo arrivati al nostro punto.
Questa cellula, vedi bene, si presenta alterata, alterna zone benigne a altre molto critiche. Se andiamo ancora più nel particolare, vedrai tutti quegli organismi che ci vivono dentro. E’ proprio dalla loro attività che sorgono i problemi.
Se rapportiamo questa immagine con quelle precedenti, vedrai che in origine la cellula si era formata progressivamente, fino a costituire un habitat favorevole al proliferare degli organismi.
Era stata bella verde, ricca di umidità, poi pian piano questi nostri “esserini” hanno occupato pressoché tutto lo spazio disponibile.
Sono proprio i rifiuti di costoro a costituire la malattia. La cellula si è inquinata progressivamente, in rapporto all’evoluzione degli esseri, che come vedi non sono tutti uguali, potremmo classificarli in generi diversi, sia pure della stessa razza.
Non sarà magari colpa loro, probabilmente è lo strumento voluto in natura per l’evoluzione fisica del nostro paziente. Però è un grosso pericolo.
A questo punto c’è il rischio concreto che la malattia provocata possa essere esportata anche all’esterno, verso le cellule attorno e via via fino alla possibilità di provocare il collasso di tutto il corpo del nostro paziente.
Dobbiamo intervenire per evitarne la morte.
Come da tradizione, diamo pure un nome a questo tumore: ai piccoli esseri (che so, li chiamiamo uomini e donne?) e alla cellula (cosa ne dici di Terra?).
Tanto domani in sala operatoria asportiamo tutto.
54-FINE
Per le antiche vie della città del Giglio.
Per guardare dentro un’esistenza sognata, una vita vissuta.
Ritrovo l’entusiasmo di Cavaleri, la stessa capacità di proporre infinite storie e spezzoni di realtà. Ritrovo la stessa capacità di modulare il registro in base all’argomento, il gusto per il backstage, per il dietro le quinte.
Gianfranco Giuliani
Pagine scritte con coraggio: il coraggio di guardarsi dentro e di far vedere agli altri quello che hai trovato.
Isabella Resta
Franco Cavaleri, detto HF dagli amici, è nato nel giugno del Cinquanta.
Sposato con Anna Rosa, ha due figli: Manuela e Alessandro.
Vive e opera tra Varese e Buguggiate. Ha attraversato numerose e svariate esperienze lavorative tra le quali l’insegnamento, l’attività di bibliotecario e quella di cronista. Crede fortemente nel volontariato militante, preferendo rimanere nei ”back stage”.
Ha esordito nel 2009 con “Giardino strano” per i tipi dell’editore Nicolini.
“Herbert” è comunque l’ultimo lavoro reso pubblico, tra quanto d’altro che l’autore desidera resti piacevolmente in un cassetto e nel suo spirito.
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