lunedì 3 novembre 2014
E chi se lo ricorda?
Il 4 novembre del 1918 finiva, per l'Italia, la Prima Guerra Mondiale. Per questo l'anno dopo venne istituita la Festa dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate, la sola festa 'politica' che superò indenne il tempo liberale, fascista e repubblicano. Nel 1977 venne soppressa come giorno festivo, perché gli italiani dovevano lavorare di più. E oggi rischia di non essere neppure ricordata. Ma è giusto festeggiare il valore delle armi? E senz'altro più facile da condividere la seconda motivazione, quella che ricorda l'unità di un popolo, di una nazione, di una lingua. Rispetto alle armi, sappiamo come è la storia: l'uomo è inaffidabile, incontrollabile, può dar giù di testa. E se uno mi aggredisce, ho il diritto di difendermi. Anche con le armi.
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