foto carlozanzi
A volte mi sorprendo mentre parlo da solo (e non è un bel segno), altre volte noto che sorrido da solo, facendo seguito ai miei pensieri. E' un debole sorriso più che altro divertito, nato considerando le trascurabili imperfezioni del genere umano. Attenzione, il mio non è un sorriso distaccato e superiore, è il sorriso di chi, per primo, si trova sul banco degli imputati. Sorrido notando lo sforzo che ciascuno di noi compie per nascondere i proprio acciacchi fisici, presentandosi nella sua versione migliore. Sforzo nobilissimo, finché ci si riesce. Sorrido pensando alle antipatie: si capisce benissimo che quei due si stanno reciprocamente sulle palle, eppure camuffano persino l'adulazione. Ripeto: mi ci metto anch'io. E io sorrido, non me la prendo, comprendo che il silenzio è necessario, perché dirsi in faccia la verità non risolverebbe certo i guai di una natura, con molti punti di ruggine.
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