giovedì 3 aprile 2014

Nonno Sergio e la cagnetta in calore



Stamani, durante il Vidoleggiamo, ho conosciuto Sergio Scipioni: un personaggio. Ex finanziere, giunse dalla Maremma sulle sponde del lago di Lugano a presidiare il confine, onde evitare gli eccessi del contrabbando. Ha raccolto le sue avventure di guardie e ladri in un libro, e si è messo a raccontare agli alunni di terza alcuni aneddoti. Nella sua parlata toscana, senza fronzoli, il simpatico nonno Sergio è riuscito ad interessare i ragazzi, ed è già molto! Impagabile il suo aneddoto sul contrabbandiere subacqueo, immagino roba degli anni Sessanta, Settanta. Potrei allungare il brodo e ricavarne un raccontino alla Piero Chiara, ma non è roba mia e allora vado in sintesi. "C'era un contrabbandiere che faceva il sub" ha raccontato Sergio, "cioè con la muta attraversava il lago in un'ora e mezza, spingendo una specie di battellino fatto con cinque bricolle. Si è poi sparsa la voce che c'era anche un cane contrabbandiere, ma non riuscivamo a trovarlo. Poi abbiamo notato uno che correva in tuta insieme a un cane, passava sotto la rete e poi al ritorno ripassava da solo. E il cane? Arrivava di gran corsa dopo dieci minuti, con una mantellina. Certo lì dentro c'era qualcosa di contrabbando. Abbiamo scoperto che quel cane al ritorno rimaneva da un amico del corridore, che lo liberava dopo dieci minuti e lui correva per raggiungere il padrone. Ma come fare a fermare la bestia? Andava velocissima. Così mi è tornato alla mente ciò che faceva un prete del collegio dove ho studiato da ragazzo, in Maremma. Andava a caccia di cinghiali, e per prenderli metteva una scrofa in calore attaccata ad un alberto, lui ci saliva sopra, i cinghiali si fermavano dalla femmina e lui  bum bum li ammazzava. Così abbiamo fatto noi, abbiamo messo una cagnolina in calore vicino al buco nella rete e il cane si è fermato. E lo abbiamo preso. Nella mantellina c'erano medicinali, soprattutto Gerovital, che allora serviva anche come un Viagra ante litteram. Sì, perché abbiamo scoperto che quel corridore era il contrabbandiere sub, che era anche un donnaiolo. Al processo non venne condannato, perché riuscì a dimostrare che il cane non era suo. In effetti stava in consegna da un suo amico sacrista. Qualcuno disse al podista sub perché non aveva castrato il cane, e quale fu la sua risposta? No, perché al mio cane piace la bernarda, come al suo padrone!"
Ebbene, non so se i ragazzi non hanno capito o se sono molto più smaliziati dei tempi miei, fatto sta che non si sono meravigliati più di tanto della storiella di nonno Sergio!

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