foto enrico lamberti
Lo ripeto: un conto è il libro e un conto è il film, che hanno due percorsi differenti e due linguaggi non assimilabili. Però una cosa la dico, dopo aver visto il film e riletto il libro 'Il pretore di Cuvio'. Leggere il libro significa ascoltare una musica delicata, dove molto è lasciato all'immaginazione, i dialoghi sono minimi, dove ogni parola è centellinata e la volgarità non esiste; vedere il film significa ascoltare una banda di paese, che ogni tanto stecca.
E Piero Chiara che giudizio avrebbe dato sul film Il Pretore? Non ho conosciuto Chiara, ma so che era un tipo non facilmente decifrabile, un po' ambiguo. Perché in un articolo apparso sul Corriere della Sera negli ultimi anni della sua vita, prende le distanze dal cinema e dalla televisione, che utilizzarono (non senza il suo consenso) le sue storie scritte, rendendo tutto più volgare ed esplicito. Ma intanto Piero si portò a casa i consistenti guadagni di tale trasposizione. Inoltre parlando del film Homo Eroticus (con Lando Buzzanca, film che non mi ha convinto, dove scrisse direttamente la sceneggiatura, appositamente per il film), pare invece rivendicare il diritto di potersi liberare da certe costrizioni letterarie, per parlare di sesso con assoluta libertà. Quindi è improprio dire che Chiara avrebbe senz'altro apprezzato il Pretore, come non è corretto affermare che se la sarebbe presa.
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