Stamani, guardando questa foto, scattata il giorno del matrimonio di mia figlia Maddalena, lo scorso 7 giugno, ho rivisto lei appena nata e quelle semplici poesie che scrissi allora, all'inizio del 1988, osservandola in culla. La nascita di un figlio (e di un nipote) rende tutti poeti, anche i meno dotati.
RIDESTATO
Ridono
gli occhi miei persi nei tuoi
nel
Bello che disveli, i tuoi sorrisi
regali
al quieto affanno del mattino.
Bellezza
ingenua, vergine, felice,
fresca
di poche ore a festa canti,
ridestano
i tuoi gorgheggi la speranza
d’affidarmi,
d’amare, di lottare.
Non
resisto, ti bacio, ti strapazzo,
irrequieta,
vibrante agitazione.
Tocchi
le cose, le afferri, vuoi mangiare,
strappi,
raccoglie gusti un mondo offerto.
1988
GRAZIE
Mai
staccherei da te questi occhi vecchi,
attratti
al nuovo d’infantile sorpresa.
La
mia fame di Bello non si sazia
mentre
spegni ed accendi le fessure
ch’aprono
ignoto mondo alla tua vita.
Ti
riaddormenti. Il chiasso ti ridesta.
Alzi
le mani al cielo. Mi sorridi.
Pare
un grazie per me, padre stupìto.
1988
la foto è di valentina zanzi (valentina.zanzi@yahoo.it)
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