OCCHIATE
di carlozanzi
Sedeva
a poche spanne dall’ultima spuma della risacca, una mattina di nuvolo e di
fresco, con un debole vento salmastro e nessuno sulla spiaggia. Ascoltava la
voce del mare. Paragonava quel bofonchiare di onde a versi noti, per meglio
possederle, ma ogni accostamento era inefficace. Forse era assonnato, la mente
poco fluida, senza intuizioni. Smise di pensare ai lamenti dell’acqua e si concentrò
sulla battigia, sul perfetto livellamento della rena intrisa: rari ciuffi di
alghe, qualche grossa pietra levigata e l’onda, che si distendeva nella morte,
e ogni fine era un colore grigiomarrone più scuro, acqua che lentamente tornava
al mare, assorbita dalla sabbia, schiarendo la battigia in un ritmico mutare,
che ben poco variava nella successione inesausta delle onde…..
(dalla raccolta di racconti 'L'ultimo nemico' - Edizioni Lativa 1994)
la foto è di valentina zanzi (valentina.zanzi@yahoo.it)
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