Alcuni poeti si stracciano le vesti quando sentono dire che la poesia può essere spiegata. Io sono più possibilista: in alcuni casi ci possono stare due parole introduttive. Come in questo, prologo alla mia breve (come sempre) e semplice poesia. Vedendo questa immagine scattata da mia figlia Valentina sono tornato dopo pochi attimi a quella mattina di tanti anni fa, 1993, 1994 più o meno. Ero andato come sempre a prendere Valentina alla scuola elementare, per solito ci andavo a piedi, quella volta scelsi la mia bici da corsa, una Olympia color oro. Misi la bimba sulla canna ma lungo la breve discesa della chiesa lei infilò un piedino nei raggi, la forcella si piegò, lei finì a terra ed io sopra di lei. Per fortuna solo qualche graffio, ma la mia imprudenza avrebbe potuto avere ben più gravi conseguenze. Vedendo i piedini della sua bimba ben protetti, mi sono rallegrato per quella scelta materna. E mi sono messo a scrivere.
OGGI
SORRIDI
di carlozanzi
Infilerai
i piedini dentro i raggi?
Graffierai
le manine sull’asfalto?
Sfregerai
le scarpine prese oggi?
Ti
ammaccherai, volando giù dall’alto?
Hai
cinque denti: vogliamo già cariarli?
Vuoi
che il sangue scorra, rosso, sulla via?
Hai
occhi belli: vogliamo rovinarli?
Sentire
che la gioia scappa via?
Tranquilla,
bimba mia, so come fare
per
evitare, adesso, i tuoi fastidi.
Piedi
bloccati e casco, a riparare.
Domani
farai tu, oggi sorridi.
7 dicembre 2014
la foto è di valentina zanzi (valentina.zanzi@yahoo.it)
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