Questo pomeriggio, mercoledì 8 aprile, alle ore 14.30, nella chiesa parrocchiale di Induno Olona (la chiesa vecchia, in centro paese) si svolgeranno i funerali del mio amico Oliviero Brenna, morto troppo presto. Spero di esserci. Ma lo voglio qui ricordare con uno stralcio dal mio ultimo lavoro, ancora in fase di scrittura. Un romanzo fatto anche di ricordi del passato, di una giovinezza che ha visto Oliviero spesso al mio fianco. Poi le nostre strade si sono separate, ma le immagini di quegli anni restano salde come un chiodo nella roccia.
foto carlozanzi
...Per la verità nel mio quartiere Massimo era già venuto, coinvolto in
partite di pallone. Si giocava nel primo pomeriggio, a tutte le ore d’estate.
Si attendeva l’uscita delle due sole auto posteggiate, una Anglia e una Nsu
Prinz, bianca l’una, verdina l’altra, quindi bimbumbam, le squadre, una porta
era bella, chiara a vedersi, i pali erano i due piloni in cemento dell’ingresso
del quartiere, l’altra porta, diciamo quella a sud, era fatta di pietre e
maglioni. Si litigava per l’altezza, mancando la traversa i gol erano sempre in
discussione, brevi litigi perché vincente era il desiderio di correre,
di segnare una rete in più degli avversari. Il Dido, il Gianni, l’Emilio, il Nando,
i miei fratelli, il Bruno, l’Attilio, questi gli indigenti, poi arrivavano i
rinforzi dalle case vicine, il Luciano, l’Oliviero, infine Massimo, niente di
speciale con la palla fra i piedi. Aveva i piedi piatti, nel nuoto era il
migliore. Quando si giocava al pallone non si parlava della cantina, né
circolavano ragazze a fare il tifo, se ne fregavano di ragazzetti sudati, che
si rincorrevano fra parolacce e strattoni, pedatoni e versi esagitati dopo un
gol...
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