LA DELUSIONE
di carlozanzi
Sono la
delusione, sì, ma quel particolare tipo di delusione che è anche rabbia e
malinconia esistenziale e sensazione di un inganno e frustrazione che frusta
parecchio…insomma, sono la delusione che coglie chi, giunto al limitare estremo
della vita, e avendo puntato non su Gianni Morandi che canta ‘Uno su mille ce
la fa’, ma sul detto mai scritto che basta avere determinazione, forza di
volontà e prima o poi, presto o tardi uno sfonda, avendo –dicevo-resistito
senza mai mollare, convinto, profondamente certo dei propri mezzi, sicuro delle
proprie potenzialità e in seguito, persa un po’ di fiducia in se stesso, anche
disposto ad un moderato e poi sempre più agguerrito compromesso, fatto di
tessere di partito e di piaceri e di suppliche di raccomandazione…ebbene,
nonostante questo, perso anche il conforto di chi dice ‘Per forza che ce l’ha
fatta, è un raccomandato…’, di tutto e di più pur di riuscire, di confermare le
proprie ambizioni-previsioni, di darsi uno straccio di contentino almeno finale,
perché molti ce l’hanno fatto a tarda età, dopo una vita di tentativi ma
‘avevano le palle, ci credevano…’, convinto di aver le palle e poi sempre meno
sicuro del possesso di questo paio di attributi…dicevo, fatto tutto ciò, un
soggetto ormai anziano a un certo punto vede la morte e il tappeto tutto
rattoppato e non certo rosso del fallimento di una vita e allora…sì, a quel
punto mi chiama e io lo invado.
Essendo la
delusione, questo particolare tipo di delusione che ho cercato di descrivere,
sono delusa, e in particolare il tipo che m’è chiamato oggi mi colma di una
pena infinita.
Avrei voluto
nascere gioia sfrenata, ho lottato una vita per diventarlo, certa delle mie
potenzialità positive. Infine ho dovuto ricredermi, a mie (e vostre) spese.
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