Lo scorso 17 dicembre 2013 ho dato inizio ad un mio nuovo romanzo. Mi sono bloccato quasi subito, ho lavorato molto a luglio, ne ho scritto un centinaio di pagine, poi nuovo blocco, probabilmente lo riprenderò la prossima estate. Ho bisogno di molto tempo libero per tentare di scrivere una storia lunga, articolata. Desidero anticiparne l'incipit (provvisorio). Il titolo (sempre provvisorio) è MASSIMO.
MASSIMO
di carlozanzi
foto silvia d'ambrosio
Due
cose odiavo di mio padre: gli avanzi di barba sul fondo del lavandino, e la
puzza di merda che lasciava dietro di sé, in bagno. Ero stitico. Quell’odore
puntuale, tutte le mattine, mi feriva. Oggi spruzzo deodorante. Voglio lasciare
un buon ricordo di me.
Quella
telefonata inattesa mi ha fatto tornare indietro. Srotolo il passato mentre in auto
sto andando al lavoro. Devo fare attenzione, non distrarmi ma i ricordi mi avvolgono,
nitidi. E con i ricordi la necessità di una scelta. Potrei dirgli di no, secco,
in fondo che vuole? Da dove arriva, dopo anni di silenzio? Ma ero innamorato di
lui e quell’amore adolescenziale, le sue lentiggini, quella parlata con la
erre alla francese, quelle sue abilità che a me difettavano, quel tutto che è
stato lui per me mi costringe a pensare.
A rivivere. Così è tornato mio padre, i suoi puntini di barba appiccicati sul
fondo del lavandino, quella sua regolarità nelle funzioni defecatorie, quelle
sue scorie così puzzolenti ma anche il bello che è stato lui per me, e con lui
mia madre, indietro, indietro…mia nonna, la mia città, la mia vita che fu, non
dico meglio di adesso, più soddisfacente, più ricca, dico solo che ero un
ragazzo, tutto da costruire nella paura.
continua
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