foto carlozanzi
Non è che ricordi molto del greco che ho imparato al liceo (fra l'altro meritai l'esame a settembre, in prima liceo), ma il kalòs kai agathòs (bello e buono) della Grecia classica (in particolare Platone) non l'ho dimenticato e calza a pennello per Aminata Aidara, che bella è bella di sicura, e buona (a scrivere) anche, visto che ha vinto il Premio Chiara inediti e stasera, alla Libreria Feltrinelli, ha presentato i suoi sei racconti, pubblicati dall'editore Pietro Macchione con il titolo 'La ragazza dal cuore di carta'. Ricordo ancora la discussione fra noi della Giuria: in ballottaggio alla fine due nomi, Aminata e un uomo. Io (non avevo visto alcuna foto della ragazza) parteggiavo convinto per lei, ed ho fatto bene ad insistere. Stasera la neovincitrice è stata presentata al pubblico varesino dai giornalisti Michele Mancino e Diego Pisati. Aminata ha trent'anni, è nata a Brescia da padre senegalese e madre bresciana, studi a Torino (una laurea in antropologia) e poi master a Parigi, dove attualmente abita. Ha girato parecchio, nell'Africa di sua papà ma anche nel sud della Francia, in Sicilia, altrove. I racconti rispecchiano i luoghi che Aminata ha visitato e conosciuto. Per ora non dico altro: il libro merita. Certo, sono racconti di un'esordiente, ma è il caso di tenere d'occhio la bella e brava Aminata, di seguirla nella sua evoluzione perché le premesse sono buone.
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