sabato 14 dicembre 2013

Mario e la malinconia

                                                                                                 foto carlozanzi


Conosco Mario Chiodetti da qualche anno, ho letto alcuni dei suoi molti scritti. Ha qualche anno meno di me ma siamo lì, quasi coetanei. Lui ha recensito alcuni miei libri, ed è stato generoso nei miei confronti. Come qualche giorno fa, quando parlavo di Alberto Bortoluzzi, anche qui mi sento di dire che siamo molti diversi, ma io sono curioso della diversità. C'è da imparare. Forse era già scritto nel suo dna, poi la vita ha fatto il resto, fatto sta che Mario non ha un buon rapporto né con il passato prossimo né con il presente, e sul futuro non c'è molto sole. Per questo la malinconia non gli è estranea. E anche per questo ama il passato, gli inizi di quel Novecento che, purtroppo, avrebbe poi conosciuto atroci sofferenze. Non ha la mia fortuna, poter stare con i giovani (e ora persino coi neonati), la qual cosa regala slancio vitale e speranza. Non mi sorprendo affatto che il suo primo libro di narrativa lo abbia dedicato alla sua fanciullezza (vedi post a seguire). Gli auguro due cose: che il libro vada forte, ma soprattutto che vada forte il presente e il futuro. 

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