venerdì 1 marzo 2013

Arcobaleno


Ero in montagna, a Penia di Canazei, un'estate di tanti anni fa. Mi sono affacciato alla finestra ed è entrata in casa questa breve poesia.


ARCOBALENO



Un vecc stracch e i culùr,
piogia e su brascià sü,
ul fèen moll da sügà
nel tempàsc balabiòtt.

“Vùlta ‘l fèen ca l’ariva.
Perd mia temp ca la tùrna.”

Ul vegiètt sul pugiö,
da chi a là ul miràcul
e i gutìn ca lüsèntan,
scurlà in aria dal vent.

Varda ‘l vecc e respira
ul penséer dul säùr
dul fèen sécch vultà in ciel,
erba, fiùur e gramégna.

                                        
3 luglio 1998      














Arcobaleno

Un vecchio stanco e i colori,
pioggia e sole abbracciati,
il fieno molle da asciugare
nel tempaccio inaffidabile.

“Volta il fieno che arriva.
Non perdere tempo che ritorna.”                
                               
Il vecchietto sul balcone,
da qui a là il miracolo
e le goccioline che luccicano,
sbattute in aria dal vento.

Guarda il vecchio e respira
il pensiero del sapore
del fieno secco rivoltato in cielo,
erba, fiori  e gramigna.

  

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