martedì 8 ottobre 2013

I poeti del Belforte

                                                                                           foto silvia d'ambrosio

Il poeta Arnaldo Bianchi. collaboratore della rivista del Lazzaretto 'Pietre Vive', ha realizzato una serie di pezzi su alcuni poeti del Belforte (Arnaldo Bianchi, Amedeo Bianchi, Dino Azzalin, Silvio Raffo....), uniti dal medesimo luogo di residenza, almeno per un certo periodo. Ha inserito anche me, bontà sua. Il pezzo non è ancora uscito sulla rivista, ma eccolo in anteprima per il mio blog. Ringrazio Arnaldo.

Continuiamo nel nostro percorso.
Dalla Piazza IV novembre di Biumo Inferiore percorriamo pochi metri del Viale Belforte fino alle così dette case del quartiere Garibaldi; qui ha vissuto per parecchi anni Carlo Zanzi dai cinque, sei anni fino al matrimonio con Carla da cui sono nate le figlie Valentina, Maddalena e Caterina. Una ventina d’anni: il periodo della scuola, dell’oratorio dell’infanzia, della giovinezza segnati dalla precoce scomparsa della mamma Ines, dal rapporto saldo con il papà Mario e i tre fratelli Guido, Marco e Paolo.
Carlo molti belfortesi lo conoscono bene per avere condiviso con lui l’esperienza della comunità giovanile “Shalom”.
Carlo Zanzi insegnante di educazione fisica e giornalista, per anni cronista politico al settimanale “Luce” su cui resocontava sulle sedute del Consiglio comunale cittadino, in seguito ha avuto una rubrica fissa “Pensieri e parole” prima sul quotidiano “La Prealpina” ed ora su “La Provincia di Varese”.
Ha pubblicato circa una trentina di libri di vario genere. Da opere di storia locale ( Crocerossine a Varese; I cinquant’anni dell’Asea; L’asilo infantile Peri-Piatti di Velate) a biografie ( Maroni l’arciere; Lam Pak Tung – Padre Adelio Lambertoni) a libri difficilmente classificabili come il felice “Papà a tempo pieno” dove racconta la nascita della sua primogenita. Dalle opere narrative: i romanzi La Comune di Barbara; Luzine; Vicolo Canonichetta; Cicale al carbonio e le raccolte di racconti: L’ultimo nemico; Fax d’amore, a quelle poetiche: ricordiamo il libro “Un anno” pubblicato nel 1988 e le poesie in dialetto bosino con le quali per ben due volte ha vinto il 1° premio del concorso annuale effettuato dalla Famiglia Bosina e fregiandosi quindi del titolo di Poeta Bosino dell’anno.
La sua vocazione è il narrare dove la scrittura esprime passione e spontaneità (vedere anche i racconti del mercoledì nel suo blog: http://nuovopensierieparole.blogspot.it anche nella poesia Carlo trova una sua dimensione autentica fatta di molte domande, di qualche lacerante dubbio e di sulla vita, sulla fede. Un riuscito esempio è la breve poesia del 1988:
                                                                              RICERCA
                                               Non abbandono, non rinuncio al pensiero
                                               Voglio tergere il volto di Dio prezioso

                                               Stupito di perché, ritorno bimbo
                                               Busso alla porta, mi abbasso, spio nel buco.


Leggiamo anche due poesie inedite e recenti:



                 Sotto la tenda                                                                         Scoppia il sughero


Sotto la tenda rossa del silenzio                                                     Scoppia il sughero
riposano le parole gradite,                                                              alla mia voglia di vita,
mormorano le parole odiate                                                    l’eco del volo                                            
Sotto la tenda un posto c’è per tutti:                                            e bolle che soffriggono,
“Avanti, al riparo del non detto”.                                                   polluzione di vino
Il silenzio voluto fa da tetto                                                             oltre il collo di bottiglia.
alla pioggia del vero, amore mio;
tutto e nulla si portano rispetto,                                                    Urla il respiro
sono il nostro domani, un triste addio.                                         dove la morte frigna.
Ma nel buio della tenda non c’è pace,
grida forte il silenzio dei ricordi                                                       19 luglio 2012
mai morti né sazi né appannati,
conservati a ridir ciò che ci  piace.
     
15 maggio 2012

 
Concludo con una considerazione di Eugenio Montale “solo gli isolati parlano, solo gli isolati comunicano; gli altri – gli uomini della comunicazione di massa – ripetono, fanno eco, volgarizzano le parole dei poeti, che oggi non sono parole di fede ma potranno forse tornare ad esserlo”.

Carlo Zanzi ha sempre operato con onestà senza aggregarsi conformisticamente alle mode del momento ma tentando di dare una propria testimonianza sincera di vita e di scrittura.   

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