venerdì 18 ottobre 2013
Icone sacre a Biumo Inferiore
" E Dio che disse: Rifulga la luce dalle tenebre, rifulse nei nostri cuori, per far risplendere la conoscenza della gloria divina che rifulge sul volto di Cristo."(2 Cor.4)
In questa frase di San Paolo si riassume il senso dell'icona: del suo formarsi sotto il pennello e del suo condurre chi la contempla, progressivamente, attraverso diversi passaggi, da un fondo scuro ,dal buio, alla luce.;è la Luce stessa, quella di Cristo trasfigurato sul monte Tabor, che “dà forma” ,estraendo la vera immagine dalle tenebre ,come dal caos iniziale prese forma il Creato.
Così le icone sono scritte lasciandosi guidare dallo Spirito Santo" divino iconografo" ,esse sono la fede resa visibile,ma nel solco della tradizione consolidata e approvata dalla Chiesa, non opera della fantasia del pittore.
"Quanto il Vangelo ci dice con le parole ,l'icona ce lo annuncia con i colori e ce lo rende presente" (Concilio Ecumenico Costantinopolitano IV)
Le icone non sono soltanto oggetti estetici come le altre opere d'arte religiosa,ma Parola di Dio dipinta.
L'iconografo deve essere umilmente obbediente alla tradizione che ha ricevuto ,come un copista che non ha autorità per modificare il testo( degli iconografi si dice che "scrivono le icone"),né per firmare ciò che non è opera sua.
S. Ireneo scrive: “ E’ lui, lo Spirito, che dipinse l’icona di Dio nel grembo della Vergine, è lui che realizza l’icona di Dio nella Chiesa, è lui che la rivelerà nella sua completezza alla fine dei giorni, è lui che dipinge questa stessa icona anche sulla tavola del nostro cuore, cioè nel nostro essere”.
Cristina Capella ha incontrato l'icona nel 1996 seguendo i corsi dell'iconografo rumeno Aurel Ionescu.
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