dodici
Beatrice risalì in auto, poche centinaia di metri e si fermò
a bordostrada.
Lo chiamò al cellulare.
“Ciao.”
“Ciao…allora?”
“Non ho dormito…Faccio pena…oggi non me la sento…”
Silenzio, rotto da un “Peccato” senza voglie.
“Non me l’aspettavo…non sino a questo punto.”
“Aspettavo, cosa?”
“Ieri sera…quello che mi hai detto…ma di che scelta stai
parlando?” Quasi singhiozzava. “Volevo richiamarti subito…ho resistito…poi non
ho chiuso occhio, non so nemmeno perché non ti ho chiamato prima.”
“Perché non ci vediamo?”
“Non ho voglia…ma di questa tua scelta mi devi parlare
subito…”
“E perché? Tu fai la preziosa e io dovrei…”
“Non fare il cretino…non si scherza più, adesso. Io sto
male.”
“Non ho mai scherzato…”
“Scusa.”
Un lungo silenzio. Beatrice piangeva.
“Non piangere…dimmi dove sei…”
“No…oggi no…” Voleva chiudere la comunicazione ma pretendeva
la sua voce. Si trattenne. Attese.
“Mollo Isa. Voglio te.”
***
Marco era in sala massaggi. Guardando fuori dalla finestra,
cercava conferme a quanto aveva già visto: bel tempo, sole per la tappa della
verità.
“Allora, Marco, com’è?” chiese il massaggiatore.
“Lo capisco se salgo in sella.”
“Già..”
“Però le sensazioni non sono male.”
“E’ qualcosa” e manipolava il quadricipite femorale.
Ora era passato al polpaccio della gamba destra. Marco
chiuse gli occhi, immaginò la giornata, dicevano che la Val Venosta sarebbe
stata piena di vento contrario, soffiato in faccia al gruppo dal passo Resia e
dal quel lago col campanile affogato, che portava sfiga.
Le alternative non erano molte: resistere in caso di attacco
e cercare la botta sul Mortirolo, sperando che l’altro non recuperasse nella
discesa sulla Val Camonica. Sarebbe rimasta sempre la salita verso l’Aprica,
poca roba, pendenza minima. Doveva dimezzare lo svantaggio oggi, confidando poi
nel Cuvignone e nel Campo dei Fiori.
“Dove pensi di fregarlo?”
“E dove, secondo te?”
“Non vorrai partire sullo Stelvio.”
“Stelvio?”
“Ti conviene stare a ruota…”
“A ruota ci starà lui, visto che ha la maglia.”
“Già…il Mortirolo sembra fatto apposta…”
“Per farsela nelle mutande.”
Il massaggiatore rise e passò alla gamba sinistra.
12-continua
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