martedì 30 aprile 2013
1 maggio 1981-1 maggio 2013
1 maggio 1981-1 maggio 2013: 32 anni, 11764 giorni.
Che dire? Avanti così, a Dio (e a Carla) piacendo
L'infelicità evitabile
ombra di crocifisso foto carlozanzi
Ci sono infelicità che non dipendono da noi, drammi, dolori insanabili. Ma alcune infelicità le definirei evitabili, eppure mentre i drammi sono di pochi (per fortuna), queste seconde amarezze e sofferenze sono dei più. Nascono dall'insoddisfazione, che ci induce ad invidiare i cosiddetti personaggi famosi, ricchi: loro sì -pensiamo- sono realizzati, godono di una vita piena, non hanno rimpianti.
Questo è, a mio avviso, un madornale inganno, un clamoroso errore di prospettiva. Noi siamo molto meglio di loro, perché oltre a svolgere mansioni importanti (ma dobbiamo crederci) non abbiamo né la gratificazione di molti soldi, né quella della fama, degli applausi, della pubblica invidia. Una donna che è moglie, madre, che va al lavoro, che si cura dei genitori anziani non ha nulla da invidiare a Madre Teresa di Calcutta.
Ci sono infelicità che non dipendono da noi, drammi, dolori insanabili. Ma alcune infelicità le definirei evitabili, eppure mentre i drammi sono di pochi (per fortuna), queste seconde amarezze e sofferenze sono dei più. Nascono dall'insoddisfazione, che ci induce ad invidiare i cosiddetti personaggi famosi, ricchi: loro sì -pensiamo- sono realizzati, godono di una vita piena, non hanno rimpianti.
Questo è, a mio avviso, un madornale inganno, un clamoroso errore di prospettiva. Noi siamo molto meglio di loro, perché oltre a svolgere mansioni importanti (ma dobbiamo crederci) non abbiamo né la gratificazione di molti soldi, né quella della fama, degli applausi, della pubblica invidia. Una donna che è moglie, madre, che va al lavoro, che si cura dei genitori anziani non ha nulla da invidiare a Madre Teresa di Calcutta.
Il racconto del mercoledì
Primo
maggio
Ecco,
ora si è addormentata. E russa debolmente. Abbiamo pranzato con abbondanza, è
festa, primo maggio, venerdì. Ha detto: “Mi è venuto un sonno..” e si è sdraiata,
pancia in su, sulla cassapanca. Non lo faceva da almeno vent’anni, direi anche
venticinque. Fra un mese e mezzo, il quindici giugno, festeggeremo i nostri
primi trentadue anni di matrimonio.
Russa
e non mi disturba, anzi, mi sta simpatica: ecco la garanzia che il nostro matrimonio
non è un fallimento. Non dico sia perfetto. Odio gli sposi attempati che
rilasciano dichiarazione del tipo: “Ci amiamo più di allora.” Oppure: “Vedete come
è bella mia sposa?” E magari ha settant’anni. Dichiarazioni troppo
cinematografiche. Che ostentano una perfezione inesistente. Lei è più brutta
oggi di allora, del resto lo sono anch’io, quindi siamo pari. E a volte non è affatto
simpatica, ma perché? La vita è sempre simpatica? Il matrimonio è vita, e se si
vuole farlo durare una vita bisogna inserirlo in quella casella: gioia e
dolore, bellezza e bruttezza. Del resto l’abbiamo promesso davanti all’altare:
buona e cattiva sorte.
Lei
dorme, vorrei sdraiarmi al suo fianco, assaporare il suo profumo e sfiorarla
qua e là, baciandola senza svegliarla, ma la cassapanca è ad un solo posto, mi
viene la sonnolenza e quindi decido di fare quattro passi. Lascio un biglietto,
piccolo, un cuore con scritto torno subito, baci e il mio nome.
Esco.
E’ una tiepida giornata di maggio, poche nuvole e un vento sobrio. Pochi passi
e sono sul sagrato della chiesa parrocchiale, mancano pochi minuti alle
quindici, vedo una gran ressa, tanti giovani, non mi sembra una messa, escluderei
un matrimonio, chi si sposa di venerdì primo maggio? Mi avvicino e chiedo lumi.
E invece sì, giorno di nozze. Vista la chiesa, non direi matrimonio comunista.
Attendo. Mi indicano gli sposi, due sposi. Come? Un matrimonio doppio? Mi
rispondono di sì, sono amici, tutti e quattro, amici insieme ad altri amici,
tanti, una gran festa per la comunità religiosa di giovani di quell’oratorio.
Ne ho sentito parlare, ne parlano bene. Il tarlo della curiosità mi trattiene. Uno
dei due sposi, quello con più capelli, guarda l’orologio, parla con l’altro, le
spose tardano ma non c’è apprensione. Ripenso a lei, che russa in cucina, sulla
cassapanca; ripenso alle nostre nozze, pioveva, forse è stata quella la nostra
fortuna. Ecco due auto bianche, utilitarie, direi davvero modeste, ecco le
spose, gli sposi le accolgono, sorrisi, applausi e mughetti, si entra in chiesa.
Li seguo o non li seguo? Guardo l’ora, sono le quindici e venti, ma sì,
entriamo. Tanto ho lasciato il biglietto per lei. Entro, tanta luce e tanta
gente, la direttrice del coro ha i capelli corti, l’organista è molto giovane,
e anche la corale, tutti ragazzi. E fa una certa impressione vedere due coppie.
Guardo ancora l’ora. Vorrei andarmene ma un indefinibile collante mi trattiene
lì. Gli sposi hanno lo stesso vestito: ‘Ecco, in questo non sono stati affatto
originali’ penso. Inizia l’omelia. Il prete è un tipo direi in carne, con pochi
capelli, parla lentamente. Legge la predica. “…Bernanos diceva – Trovare la
propria gioia nella gioia di un altro: ecco il segreto della felicità -……” Riguardo
l’orologio. Non vorrei essere motivo di una infelicità. Se si sveglia, mezza intontita,
e non ci sono, magari ci resta male. Vorrei gioire un po’ della sua gioia, non
avere un nuovo rimpianto, altre scortesie da farmi perdonare. E lei non perdona
tanto facilmente. E allora via, è tempo di tornare a casa. Di solito non prego,
ma regalo ai novelli sposi una padre nostro veloce mentre mi alzo, esco e
saluto la compagnia con un segno di croce maldestro. Il sole quasi mi acceca. Penso
che si potrebbe andare a fare una passeggiata, io e lei, no, non mano nella
mano, lei dice che fa ridere una coppia matura mano nella mano, non sono più
ragazzini, meglio il braccio intorno alle spalle.
Farò
come desidera. E’ il mio segreto.
lunedì 29 aprile 2013
Fabio e Federica
Casualmente, la stessa sera, e cioè venerdì 3 maggio, si terranno in contemporanea a Varese due momenti per ricordare due ragazzi, Fabio e Federica, uniti da una morte prematura. Non so che utilità possano avere questi miei pensieri, ma a questo pensavo: nella assoluta tragicità dei due eventi, per Federica è ancora peggio, se c'è un peggio in queste vicende. Fabio è morto per una malattia senza cura, quindi uno può prendersela con Dio ma non con gli uomini; per Federica si è trattato di un incidente stradale, dove comunque si può ipotizzare una qualche responsabilità della libertà umana, oltre a quella -insondabile e misteriosa- di un Dio che davvero fatichiamo a riconoscere come Padre Misericordioso. Ma in entrambi i casi i genitori e i loro amici stanno dimostrando che dalla morte può nascere la vita. Per questo li ammiro.
Per ricordare Federica
Venerdì 3 maggio, alle ore 21, presso la chiesa parrocchiale di Casbeno, si terrà un concerto per ricordare Federica Colli, morta prematuramente anni fa in un incidente stradale. Si esibiranno il baritono Leo Nucci e l'Italian Opera Chamber Quintet.
Ingresso libero.
Prima del concerto, sul sagrato della chiesa, verrà benedetta un'ambulanza, acquistata con le offerte raccolte per ricordare Federica.
domenica 28 aprile 2013
Eurojackpot Cimberio in A2
foto carlozanzi
Grande festa ieri sera al PalaWhirlpool.
La Eurojackpot Cimberio HS Varese basket in carrozzina è salita in A2, dopo solo due anni dalla rinascita di questa società, venuta alla luce nel 1984 e poi costretta, per ragioni economiche, a fermarsi. Grazie allo sponsor Cimberio e a tanti amici il basket in carrozzina è rinato. Pugni al cielo, sotto le luci del tempio del basket varesino. Bravi!
Grande festa ieri sera al PalaWhirlpool.
La Eurojackpot Cimberio HS Varese basket in carrozzina è salita in A2, dopo solo due anni dalla rinascita di questa società, venuta alla luce nel 1984 e poi costretta, per ragioni economiche, a fermarsi. Grazie allo sponsor Cimberio e a tanti amici il basket in carrozzina è rinato. Pugni al cielo, sotto le luci del tempio del basket varesino. Bravi!
Cimberio Varese-Scavolini Pesaro: 42-41 a metà partita
foto carlozanzi
Arrivo al PalaWhirlpool a metà partita, prima non potevo, e mi trovo i giocatori in fase di riscaldamento (foto) e un punteggio che mi allarma: 42 a 41 per noi, un solo punto di vantaggio. Come mai? Chiedo lumi agli esperti della tribuna stampa e mi raccontano di una Cimberio un po' molle in difesa, Dunston ben curato, quasi annullato, mentre gli altri hanno un super Crosariol. Bene Sakota, Mister tiro da 3.
Arrivo al PalaWhirlpool a metà partita, prima non potevo, e mi trovo i giocatori in fase di riscaldamento (foto) e un punteggio che mi allarma: 42 a 41 per noi, un solo punto di vantaggio. Come mai? Chiedo lumi agli esperti della tribuna stampa e mi raccontano di una Cimberio un po' molle in difesa, Dunston ben curato, quasi annullato, mentre gli altri hanno un super Crosariol. Bene Sakota, Mister tiro da 3.
Cimberio Varese-Scavolini Pesaro: 60-57 dopo il 3° quarto
foto carlozanzi
Niente da fare, non riusciamo a scrollarceli di dosso, sempre lì attaccati Stipcevic e compagni, noi così così, con il nuovo acquisto Dejan Ivanov (foto) che pare tonico e sotto i tabelloni c'è, ma si capisce che è uno nuovo e deve amalgamarsi. Una bella tripla di De Nicolao ci porta sul 60-53 ma gestiamo male le ultime azioni e finisce il quarto 60-57. Altro sudore in vista.
Niente da fare, non riusciamo a scrollarceli di dosso, sempre lì attaccati Stipcevic e compagni, noi così così, con il nuovo acquisto Dejan Ivanov (foto) che pare tonico e sotto i tabelloni c'è, ma si capisce che è uno nuovo e deve amalgamarsi. Una bella tripla di De Nicolao ci porta sul 60-53 ma gestiamo male le ultime azioni e finisce il quarto 60-57. Altro sudore in vista.
Cimberio Varese-Scavolini Pesaro: 85-70 finale
Ogni partita ha il suol eroe, e nel match di domenica 28 aprile contro Pesaro l'eroe è lui, Dusan Sakota, sfocato nella foto, limpido e nitido in campo. Sono sue le due triple consecutive nel momento decisivo quando, a metà dell'ultimo quarto, siamo avanti di un solo punto(60-59) e l'impressione non è buona. Poi una tripla e poi un'altra e poi rimbalzi in difesa e un altro tiro da due in sottomano. Dove oggi non arriva Dunston, arriva Sakota. Poi molto bene De Nicola in regia, mentre Green prende fiato, e bene Banks e bene anche Cerella con due ottimi punti, bene qui bene là e alla fine si vince di 15. Non inganni il punteggio, è stata dura ma abbiamo vinto. Certo, non c'era Polonara, e anche se perdiamo la prossima, ultima di campionato, siamo in testa noi. Forza Varese!
3 maggio: inizia l'8° Memorial Fabio Aletti
Torna per l'8^ volta il Memorial Fabio Aletti. Fabio era un ragazzo come tanti altri, con la capacità di mettere la passione e tutto l'impegno di cui era capace per affrontare le sfide che si presentavano nella quotidianità della sua vita: nello studio come nello sport, nelle attività educative come in quelle caritative.
Il primo appuntamento è per
venerdì 3 maggio 2013
ore 21 Salone Parrocchiale di Piazza XXVI Maggio, a Biumo Inferiore.
Titolo della serata: UN'IDEA DIFFERENTE DI CONCEPIRE LO SPORT
Porterà la sua testimonianza Stefano Bizzozi, senior assistant coach della Cimberio Varese, presidente dell'associazione 'Sports around the world'.
L'Araucaria di via Vico
foto carlozanzi
Ecco un altro esemplare di Araucaria, l'Araucaria di via Vico. Non sono un esperto, ma mi pare abbia subìto un intervento di potatura piuttosto deciso.
Ecco un altro esemplare di Araucaria, l'Araucaria di via Vico. Non sono un esperto, ma mi pare abbia subìto un intervento di potatura piuttosto deciso.
Don Pino da Pagnona
Un foglietto spiegazzato portato da mia padre mi comunica che oggi, domenica 28 aprile 2013, la parrocchia di Biumo Inferiore è in festa, per i trent'anni di permanenza da parroco di don Pino Tagliaferri, 'montanaro' di Pagnona, uno fra i sacerdoti più noti e sorridenti di Varese. Io c'ero lì, a Biumo, quel giorno di primavera del 1983 e ricordo molto bene il giovane, aitante don Pino, giunto a sostituire il mitico, preconciliare don Felice Guglielmetti.
Auguri, caro don Pino.
Ma in fondo Grillo lo capisco
Ma in fondo Giuseppe Grillo detto Beppe lo capisco. Io che ho un blog con qualche lettore, posso comprendere la sua esaltazione. Il suo blog è visitato da migliaia, milioni forse di lettori, come non montarsi la testa? Come non immaginare che le sue ricette siano davvero la panacea di tutti i mali? Tutti a leggere le sue previsioni, i suoi oracoli, le sue condanne. Tutti ad immaginare vie verso la salvezza mondiale. E poi, da ultimo, anche piazze piene. Difficile non perdere il senso della realtà con simili carezze. Difficile, ad un certo punto, rinsavire ed accontentarsi del tanto già avuto. Come uno che gioca, vince e non smette e poi perde tutto.
Grillo sta correndo questo rischio.
sabato 27 aprile 2013
La maglietta della salute
Stamani, nel dormiveglia, mi è tornata un'immagine di mia mamma Ines, che raccomandava a noi bambini: mettete bene la maglietta dentro le mutande. In tal modo evitava che prendessimo freddo al pancino. Così ho pensato alla maglietta della salute. Sono sempre stato un fautore di questo capo intimo, a mezza manica e di lana in inverno, poi canottiera (sempre di lana) nel cambio di stagione, poi mezza manica e canottiera di cotone, e solo in estate niente maglietta della salute. Ebbene, ultimamente (e contrariamente a ciò che capita, procedendo nell'età) non uso più la lana in inverno, e a primavera tendo a non mettere più nulla. Mi pare un buon modo di affrontare il futuro.
in foto: Umberto Bossi quando, vent'anni fa, poteva permettersi la canottiera.
Un ministro in salute
Sebbene di parte politica opposta alla mia, non posso nascondere una naturale simpatia verso il neoministro della Salute, Beatrice Lorenzin. In tutta sincerità mi farei curare da lei!
Enrico, l'affidabile
Così, come prima impressione, senza che sappia molto di lui, Enrico Letta, nuovo premier italiano, mi sta simpatico. Mi pare un tipo affidabile, sincero (per quanto si possa esserlo in politica), serio, capace, preparato, con una lunga militanza nel settore. Conosco poco i 21 ministri, diciamo che il più antipatico (dal mio punto di vista) è Angelino Alfano: ricordo una pubblicità di un dentifricio, tanti anni fa, con Virna Lisi, e alla fine si diceva: 'Con quella bocca, puoi dire ciò che vuoi.' Ebbene, Angelino, con quella bocca, non può dire ciò che vuole, meglio la apra con parsimonia.
Sette donne, volti nuovi, un discreto cambio generazionale, ammesso anche dal severo Vendola: Enrico ha preso il bilancino e ha fatto un buon lavoro, del resto la politica è una ponderata, centellinata spartizione del potere. Beppe Grillo si agita, imbufalito: 'Nemmeno la presidenza della Commissione di Vigilanza della Rai ci hanno dato!' Ben gli sta. La prossima volta si allei con il Pd.
Il mio nuovo capo: Maria Chiara
Bè, almeno è carina. Ecco il mio nuovo capo, cioè il Ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca del neogoverno Letta. Si tratta di Maria Chiara Carrozza (mai sentita), non avrà più di 45 anni, si è laureata in Fisica nel 1990, è di Pisa come Letta, è rettore e professore ordinario di bioingegneria industriale alla Scuola Superiore Sant'Anna. Buon lavoro, cara Maria Chiara.
Sestero and Greensleaves
Venerdì 3 maggio 2013, ore 21, Cinema Teatro Vela di via Silvestro Sanvito 105, è in programma un concerto benefico del ben noto coro gospel varesino Greensleaves Gospel Choir, diretto dal mio amico Fausto Caravati.
La serata, organizzata da Sestero (dei miei amici Bof , Gianoli e Zanini), prevede una libera raccolta di soldi a favore di Apd Varese, La Finestra Malnate e Mondo d'Amore dialisi Tradate. Per info: sestero@email.it
Vento che brucia la pelle
foto carlozanzi
Vento che brucia la pelle
ed accarezza l'anima,
vento caldo che arde la pianura
vento che attraversa le gole
e inaridisce i campi,
vento che spalanca i cancelli,
fiume e passione senza argini
che spegne e suscita e scuote
nel pomeriggio confuso di aprile.
Vento che brucia la pelle
ed accarezza l'anima,
vento caldo che arde la pianura
vento che attraversa le gole
e inaridisce i campi,
vento che spalanca i cancelli,
fiume e passione senza argini
che spegne e suscita e scuote
nel pomeriggio confuso di aprile.
Arnaldo Bianchi
venerdì 26 aprile 2013
A volte resto sbalordito
foto carlozanzi
A volte resto sbalordito di come gente della mia 'veneranda' età, o addirittura più vecchia, si sorprenda che ad aprile il meteo, alle nostre latitudini, sia estremamente variabile: due giorni d'estate, due, tre giorni d'autunno, un cielo lindo, un cielo plumbeo, si va in canottiera, e poi bisogna recuperare la giacca a vento. Possibile che l'esperienza non insegni nulla? Da noi marzo, aprile e maggio (ma soprattutto aprile e maggio) sono assolutamente inaffidabili
Godiamoci il sole quando c'è, immaginiamolo quando manca, ma basta occhi sorpresi!
A volte resto sbalordito di come gente della mia 'veneranda' età, o addirittura più vecchia, si sorprenda che ad aprile il meteo, alle nostre latitudini, sia estremamente variabile: due giorni d'estate, due, tre giorni d'autunno, un cielo lindo, un cielo plumbeo, si va in canottiera, e poi bisogna recuperare la giacca a vento. Possibile che l'esperienza non insegni nulla? Da noi marzo, aprile e maggio (ma soprattutto aprile e maggio) sono assolutamente inaffidabili
Godiamoci il sole quando c'è, immaginiamolo quando manca, ma basta occhi sorpresi!
Accadde...un anno fa
Domenica 29
aprile 2012 – pioggia, variabile, scrosci
Provvidenziale
e meritata vittoria della Cimberio basket Varese contro la Vanoli Cremona, 78 a
66 stasera al PalaWhirlpool, che regala con qualche giornata di anticipo la
matematica certezza dei play-off. E play-off meritati anche dal Varese calcio,
dopo l’ultima vittoria in trasferta per 1 a 0.
Lunedì 30
aprile 2012 – variabile, pioggia
Acquistare
1000 banconote da 20 euro a 300 euro è un buon affare: peccato che le
banconote, acquistate a Napoli da un 27enne di Busto Arsizio, sono risultate
rigorosamente false, e per il giovane si è aperta la strada verso il carcere.
La scoperta è avvenuta dopo aver trovato denaro falso nelle mani di una
prostituta, da lì si è risaliti ai clienti e quindi all’uomo, assiduo
frequentatore del sesso a pagamento. Non si esclude che il 27enne abbia
utilizzato quella somma anche per altri pagamenti.
Martedì 1
maggio 2012 – pioggia, coperto
Un freddo
primo maggio, una festa del lavoro caratterizzata da incertezza e paura per il
futuro. E si ingarbuglia anche il futuro della Lega Nord, perché proprio oggi
Umberto Bossi fa sapere fra le righe che intende ricandidarsi come segretario,
al Congresso Federale di fine giugno. Per Bobo Maroni non è una sorpresa
gradita.
Mercoledì 2
maggio 2012 – coperto, variabile
Data al 1609
il primo cannocchiale, che permise al genio Galileo Galileo di rimirar le
stelle, i pianeti e le meraviglie del cielo con maggior agio. Federico Bellini,
appassionato della materia, nel 2009 ha realizzato un cannocchiale del tutto
simile a quello di Galileo, e domenica prossima, dall’alto del Campo dei Fiori,
i varesini potranno prenderne visione. Peccato che le previsioni meteo non
siano affatto benevole, e si vedranno dalle lenti soprattutto pioggia e nuvole.
Giovedì 3
maggio 2012 – sereno
Finalmente
una convinta giornata di sole, che favorisce due manifestazioni sportive
studentesche, le finali Regionali dei Giochi Sportivi Studenteschi di
canottaggio a Corgeno, e le finali provinciali di atletica leggera categoria
‘cadetti’ (seconda e terza media), ottimamente organizzate dal prof. Alvaro Di
Federico a Cairate.
Venerdì 4
maggio 2012 – sereno, variabile
Sofferta
decisione ieri sera in Consiglio comunale a Varese, in merito al contestato
posteggio a Villa Augusta. Ieri l’approvazione definitiva, con urla e minacce
da parte di alcuni cittadini presenti in Salone Estense. Si teme altra perdita
di spazio verde, mentre i fautori dei posti auto fanno notare che quella zona è
diventata invivibile, è un immenso parcheggio, c’è grande fame di posti auto.
Sabato 5
maggio 2012 – pioggia, coperto, grandine, pioggia
Consueto
raduno al Sacro Monte, con il cardinale Angelo Scola, dei preadolescenti di
tutta la Diocesi, oltre 4000 presenze lungo la rizzàda, colori, canti e
preghiere. Per fortuna la violenta grandinata che si è abbattuta sulla città
nel tardo pomeriggio ha risparmiato i ragazzi, già sulla via del rientro alle
loro case.
L'araucaria del Palaghiaccio
foto carlozanzi
Sempre sollecitato dal bel libro di Daniele Zanzi e Carlo Meazza, 'Alberi & Varese', continuo nella ricerca dei grandi alberi varesini. Ed eccoci alla Araucaria del Palaghiaccio. Si tratta di una Araucaria Araucana, detta anche Puzzle della scimmia. Ero rimasto colpito da questo nome di pianta perché anni fa, in Consiglio comunale a Varese, avevano a lungo discusso di una araucaria, malpotata non so in quale villa della città.
Sempre sollecitato dal bel libro di Daniele Zanzi e Carlo Meazza, 'Alberi & Varese', continuo nella ricerca dei grandi alberi varesini. Ed eccoci alla Araucaria del Palaghiaccio. Si tratta di una Araucaria Araucana, detta anche Puzzle della scimmia. Ero rimasto colpito da questo nome di pianta perché anni fa, in Consiglio comunale a Varese, avevano a lungo discusso di una araucaria, malpotata non so in quale villa della città.
Nonno Maniglio
Scopro su VareseNews che il mio caro amico giornalista (in pensione) Maniglio Botti (a sinistra, insieme a Fiorenzo Croci) è diventato nonno. Molto bene! E' nato infatti Giovanni, figlio della figlia Lucia e di Stefano. Evviva! Bravo Maniglio...e adesso via, a fare il nonno!
Don goleador
Torno un attimo a San Marco, perché non posso non abbracciare il mio amico don Marco Galfrascoli, già guida spirituale del Varese calcio, già prof. di religione alla Vidoletti, parroco ad Olginasio eccetera eccetera...grande tifoso del Torino... ma soprattutto un grande goleador, che ha regalato a Dio il suo talento calcistico, indossando l'abito talare. Se n'è andato troppo presto e con troppa sofferenza. Caro don, come sai ho preso spunto da te per uno dei protagonisti del mio nuovo lavoro letterario. Grazie. Ma grazie soprattutto del tuo esempio. w don Marco.
giovedì 25 aprile 2013
Il test del tubetto di dentifricio
Questo test non è valido per i single.
Quando finite il tubetto del dentifricio, che fate? Fate finta di niente, o andate premurosamente a prenderne un altro, affinché il resto della famiglia abbia di che sbiancarsi i denti? Se siete nella prima categoria, ohimè, davvero a lungo dovete camminare, per meritarvi il regno dei cieli.
ps questo test mantiene la sua validità anche per i rotoli di carta igienica, per il caffè eccetera
Ma qual è il calcio delle donne?
Oggi passavo vicino ad un campetto da calcio spelacchiato, poca erba e tanta terra. Il ricordo della mia passione per il calcio mi ha travolto come una valanga. Forse dai tempi dell'asilo, ma sicuramente dalle elementari il calcio è stata fra le mie passioni più viscerali. Come tutti i bambini, del resto. E così ho steso l'elenco dei miei campi da calcio, almeno di quelli più significativi: asilo Veratti, aiuola di casa mia, cortile in sassi di casa mia, campi di Vilminore di Scalve e altri dei miei anni di colonia, oratorio 'Molina' di Biumo Inferiore (il più gettonato), oratorio di Bizzozero, campetto vicino alla torre di Velate, prato in erba del castello di Belforte, altro prato sulle rive del maleodorante Vellone, vicino alla casa dell'amico Dino (non ricordo il nome, so che per la prima volta lì ho visto scappare, al nostro arrivo, una coppia in camporella), per concludere la mia mai nata carriera nel campetto dei miei amici Alberti. E mi chiedevo: 'Le donne? Qual è il corrispettivo del nostro calcio per le donne?' Non ho trovato risposta.
mercoledì 24 aprile 2013
Quattro stagioni
foto carlozanzi
Che bella la nostra zona, con le sue quattro stagioni ben definite, ciascuna con i suoi aspetti positivi, i suoi colori, le sue ripetitive novità. E che bello il nostro cielo d'aprile, colori vivi, vento tiepido che poi s'arrabbia, cieli sereni e nuvole come panciute pennellate di bianco.
Che bella la nostra zona, con le sue quattro stagioni ben definite, ciascuna con i suoi aspetti positivi, i suoi colori, le sue ripetitive novità. E che bello il nostro cielo d'aprile, colori vivi, vento tiepido che poi s'arrabbia, cieli sereni e nuvole come panciute pennellate di bianco.
Vent'anni, caro Elio
Buon compleanno, caro Elio. Il 25 aprile del 1945 festeggiavi i tuoi primi vent'anni. Chissà che festoso compleanno hai vissuto.
Auguri, Marco
Auguri ai tanti Marco che conosco, ed in particolare a mio fratello Moch detto banjoman (eccolo a destra, con Ronald Martin detto Ron).
La salita al San Martino
foto carlozanzi
La salita in bici al Monte San Martino è una delle salite più impegnative delle nostre terre prealpina. Non è molto frequentata, vuoi per la lunghezza, vuoi per la strada non proprio perfetta, soprattutto negli ultimi chilometri. Ma quando si arriva alla chiesetta (vedi foto) la soddisfazione non manca. Partendo da Cuveglio, i primi chilometri, diciamo i primi venti minuti sono stupendi, si sale con gradualità, bella strada, ottimo panorama della Val Cuvia che si affossa. Ma arrivati a Duno comincia la fatica. Anzitutto il cosiddetto muro di Duno, un chilometro con pendenze aspre. Se non si hanno rapporti adeguati, si rischia di mettere il piede a terra. Poi altri chilometri duri, sino al tornante a sinistra, con ampio piazzale sulla destra. A quel punto gli ultimi 10-15 minuti sono fattibili, ma le gambe risentono dello sforzo. Infine il breve ma insidioso strappetto finale. Chi riesce a farla in 60' può ritenersi soddisfatto.
La salita in bici al Monte San Martino è una delle salite più impegnative delle nostre terre prealpina. Non è molto frequentata, vuoi per la lunghezza, vuoi per la strada non proprio perfetta, soprattutto negli ultimi chilometri. Ma quando si arriva alla chiesetta (vedi foto) la soddisfazione non manca. Partendo da Cuveglio, i primi chilometri, diciamo i primi venti minuti sono stupendi, si sale con gradualità, bella strada, ottimo panorama della Val Cuvia che si affossa. Ma arrivati a Duno comincia la fatica. Anzitutto il cosiddetto muro di Duno, un chilometro con pendenze aspre. Se non si hanno rapporti adeguati, si rischia di mettere il piede a terra. Poi altri chilometri duri, sino al tornante a sinistra, con ampio piazzale sulla destra. A quel punto gli ultimi 10-15 minuti sono fattibili, ma le gambe risentono dello sforzo. Infine il breve ma insidioso strappetto finale. Chi riesce a farla in 60' può ritenersi soddisfatto.
Il mio omaggio ai martiri del San Martino
Stamani, 24 aprile, sono andato a rendere doveroso omaggio ai martiri del San Martino, risalendo in bici le rampe che conducono alla chiesetta (foto), sul culmine del monte che domina la Val Cuvia. Ci vado una volta l'anno, di solito quando si avvicina il 25 aprile oppure in ottobre, in autunno, perché dal 13 al 15 novembre del 1943, su quelle cime, venne combattuta una delle battaglie più drammatiche e gloriose, nell'ambito della lotta al nazifascismo nella nostra provincia. Salgo in silenzio, prego e penso, a tante cose ma soprattutto al sacrificio, di chi ha dato la vita e di chi, tantissimi, che hanno sofferto per difendere la nostra libertà, la nostra Patria. E ho scacciato, come mosche fastidiose, immagini recenti di inetti e meschini onorevoli, che a Roma infangano il sacrificio dei loro padri.
martedì 23 aprile 2013
Ci si ritrova al Lazzaretto
Questa sera, mercoledì 24 aprile, ore 18.30, chiesa del Lazzaretto, Santa Messa per festeggiare nella preghiera il 25° di matrimonio degli amici Paola e Gigetto. Era il 23 aprile del 1988 (foto di Alberto Lavit), per me l'onore di fare il testimone di Gigetto, insieme al mio caro amico Gigi. Giusto qualche annetto fa.
Il racconto del mercoledì
Il tuffo
di carlozanzi
M’arrampico sopra la colonnina di cemento, alta più
di me. E’ un pomeriggio di maggio, il giorno non lo so, so che frequento la
terza elementare. Fa caldo, sono sudato eccitato. Impaurito. Salgo sul muretto
e da lì m’arrampico sulla colonna quadrata, che in alto s’allarga in una specie
di piattaforma. Il mio amico Luciano mi ha lanciato la sfida. E’ salito e ce
l’ha fatta. Ora tocca a me. Nel tentare la scalata al blocco di cemento mi
scivolano i piedi (calzo dei sandali con due buchi davanti, quattro occhi che
mi guardano), striscio e torno giù in basso, mi sbuccio le ginocchia. Potrei
mollare. Ma non mollo. Mi sputo sulle mani, mi passo le ginocchia ferite,
strisciate rosse di poco sangue. Non è nulla. Si riparte.
Luciano si è rimesso in ordine la maglietta, Marco e
Roberto forse fanno il tifo per me. Ora sono in cima, mi metto in piedi, mi
gira la testa ma per pochi attimi. Dietro a me il vuoto, sul fianco destro la
strada, sul fianco sinistro il cortile, davanti il mare verde della siepe, piccole
foglie verdescuro al culmine di rametti rigidi, appuntiti. Più che un mare è un
fiume, una stretta piscina. Io sono in piedi sul rigido trampolino che dovrà
provare il mio coraggio. Un coraggio da terza elementare. Un coraggio
irresponsabile e timoroso. So che mia madre non approverebbe, mio padre mi
sgriderebbe ma con meno violenza. Mio padre capirebbe, almeno penso. Ma loro
non ci sono, uno è al lavoro, l’altra è in casa e si fida di me. Non so, forse
si fida o deve fidarsi per forza, non ha tempo né voglia di verificare il mio
comportamento, sta annegando dentro una famiglia di tanti figli. Sta sudando
dentro una vita che probabilmente immaginava diversa. Non so, non sono affari
miei. A me spetta la prova, ora che mi sono arrampicato sin lassù e sei occhi
mi guardano. Otto, perché anche i miei mi osservano.
Luciano dice: “Allora?” Roberto si sta grattando il
pisello, Marco si mette la mano a visiera per ripararsi dal sole di maggio,
convinto e brillante. Marco è il più piccolo del gruppo, credo che il suo cuore
stia battendo forte almeno quanto il mio. O di più. Ma il mio si vede oltre la
camicetta sporca, con due buchi e tanti piccoli elefanti marroni che camminano
su un prato giallo. Ho paura di trafiggermi gli occhi (però basta che li
chiuda), di graffiarmi la faccia (al che la mamma prima, il papà poi mi
‘graffierebbero’ ancora), ho paura di cadere oltre il materasso della siepe, di
finire in strada o sui sassi tondi e lisci del cortile. Ho paura che mi
sfottano. Sono il più vecchio dei quattro. Di pochi giorni, ma Luciano è più
giovane di me e ora mi guarda con due occhi vigliacchi. Lui può solo vincere.
Al massimo pareggiare. Io sono ancora all’inizio dell’avventura. Durerà un
secondo, due, ma i piedi li devo staccare. Devo affrontare il vuoto. Devo volare.
Non l’ho mai fatto da quella torre alta due metri. Luciano ce l’ha fatta. Non
credevo fosse così in gamba. Il suo coraggio mi ha messo nei guai. Il suo gesto
mi obbliga a seguirlo. Ci vuole un eroe per diventare eroi. Il quartiere lo
saprà, nel bene e nel male. Il quartiere non può farsi beffe di me. E allora
capisco che il pensiero mi sta tradendo. Più ci penso più il coraggio si
nasconde, come una femminuccia che si ripara gli occhi da uno spettacolo
sconcio. Il volo richiede dimenticanza.
Non penso più. Mi sbilancio verso
la siepe. Mi pento ma non lo posso più fare. O spingo in avanti o cado come un
goffo pollo spennacchiato. E allora spingo, allungo le braccia, chiudo gli
occhi e mi preparo all’abbraccio pungente. Lancio un mezzo urlo stonato. Sento
un crac di legno e di foglie, un lieve bruciore sul viso, alle braccia, alle
gambe nude. Sprofondo e riemergo.
Marco batte le mani, Roberto dice
“Ora lo faccio anch’io!”, Luciano mi guarda, sorpreso e ferito: “Sono stato più
bravo io, perché sono stato il primo” dice “e ti ho smollato la siepe.”
“Non è vero” rispondo felice,
“era più morbida quando ti sei tuffato tu. Mi hai fatto il buco.”
Luciano non sa cosa dire,
dovrebbe darmi ragione, passa all’attacco: “Prendimi se ci riesci” e parte come
il missile Tor. Roberto reclama: “Non guardate anche me?” Ma la sfida è
lanciata. Il coraggio l’ho già dimostrato. Ormai nessuno mi ferma.
Debora Serracchiani mi sta simpatica
Debora Serracchiani, neogovernatrice del Friuli Venezia Giulia, mi sta simpatica. Non è facile, per un politico, essere simpatico, soprattutto di questi tempi.
Auguri, Rosalba
Tanti auguri, cara Rosalba. Mi hanno detto che stamattina, in sala professori, c'era da mangiare, ma sono arrivato troppo tardi. Sarà per il prossimo anno!
Croce
foto carlozanzi
Croce
di Carlo Zanzi
Marchiata da una croce è la mia vita.
L'errore, il caso, il nulla o la scommessa
di andarmene con Te, appeso al legno,
fissano quella croce di montagna,
sempre disposta a spiegarmi ciò che muore.
Croce
di Carlo Zanzi
Marchiata da una croce è la mia vita.
L'errore, il caso, il nulla o la scommessa
di andarmene con Te, appeso al legno,
fissano quella croce di montagna,
sempre disposta a spiegarmi ciò che muore.
Paola e Gigetto: matrimonio perfetto
Cari Paola e Gigetto, questa è una delle foto che ho sull'album di famiglia, scattata il 23 aprile del 1988, giorno del vostro matrimonio. Con voi le mie scatenate figlie Valentina e Maddalena. Sono passati 25 anni. Siamo tutti un po' più vecchi, ma non per questo meno felici. Auguri!
lunedì 22 aprile 2013
Effetto Napolitano
Il povero Giorgio Napolitano, oltre alla fatica di dover tornare sul colle (ma sono dell'avviso che il potere, comunque, esalta e ringiovanisce), è costretto a vedersi sbeffeggiato da molti, a motivo della sua veneranda età. Fra i molti, Marco Travaglio (come al solito) l'ha fatta fuori dal vaso, trattando Giorgio a pesci in faccia, dimenticandosi che diventerà vecchio anche lui. Io invece, che sono molto egoista e penso a me e non all'Italia, mi godo l'effetto Napolitano: Giorgio il bipresidente mi regala un grande elan vital, ha 31 anni più di me, spazzola via tutte le mie malinconie di quasi sessantenne, mi dimostra che si può vivere alla grande ancora tre decenni. Grazie, Giorgio! Gente come Travaglio, invece, con un ego vasto quanto l'universo, non ha bisogno di questi esempi: tanto lui non morirà mai.
A un passarin
A
UN PASSARIN
Stamatina
gh’evi nessün impegn
e
sunt andai a Bèdar, par castegn;
l’eva
bunura, e l’eva anmò un pù fosch
quand
ma sunt inviaa dènt in dul bosch.
Né
machin né moto: ünich frecass
l’eva
quell di föi secch muvüü di pass,
ogni
tant un quai culp, ma giò, luntan,
un
caciadur, e pö ‘l buià d’un can.
E
pö l’ha incuminciaa a cantà ‘n üsèll,
e
‘n’alt, e ‘n’alt, e ‘n’alt anmò…che bèll!
L’eva
cumè sentì un cuncert da cant
cun
tütt i vari coor spartìi in sü i piant:
i
vus bianch in sül nuus, e pö i tenur
in
sül pin, e in sül fò i àltar cantur.
Dò
o tré volt ma sunt duvüü fermà
par
mia fa frecass e par ‘scultà…
…
Pam,
pam! Dò s’ciupetaa, mia tant distant:
ul
cantà l’è cessaa cumè d’incant,
l’è
stai tütt un sbatt d’aal, un vugatà..
(sperèmm
ca sian riüssii tücc a scapà).
Evi
sbagliaa, parché dopu ‘n quai pass
ho
vist quaicoss a mövas tacaa a’n sass,
l’ho
cataa sü in di man: un passarin,
forzi
un nuèll, tant l’eva piscinin,
l’ha
sbattüü i aar ‘na volta püssee fort,
do
gott da sangh süi diit, e po’ l’è mort…
Poar
passarin, ‘sa t’hann sparaa da fa?
Da
tì cusa speravan a mangià?...
Sa
füssat stai ‘na quaia o ‘n piviun
podi
capì, vèn föra ‘n quai bucun,
ma
tì te ghe stett tütt in d’un cügiaa,
…chissà
‘sa vànzan dopu ‘vètt penaa.
Poar
passarin, minüdar cuma sett
nissün
l’avria mai pudüü vidett,
l’è
staia la tò vöia da cantà
ca
t’ha tradii…e la ta fai mazzà!
…
In
dul cuncèrt dul bosch, da sotta al nuus,
duman
mattina mancarà una vuus.
Natale Gorini
A
UN PASSERINO
Stamattina
non avevo nessun impegno
e
sono andato a Bedero, per castagne;
era
mattino presto, e era ancora un po’ nebbioso
quando
mi sono incamminato nel bosco.
Né
auto né moto: l’unico rumore
era
quello delle foglie secche mosse dai passi,
ogni
tanto qualche colpo, ma giù, lontano,
un
cacciatore, e poi l’abbaiare di un cane.
E
poi ha cominciato a cantare un uccello,
e
un altro, e un altro, e un altro ancora…che bello!
Era
come sentire un concerto di canti
con
tutti i vari cori divisi sulle piante:
le
voci bianche sul noce, e poi i tenori
sul
pino, e sul faggio gli altri cantori.
Due
o tre volte mi sono dovuto fermare
per
non far rumore e per ascoltare…
…
Pam,
pam! Due colpi di fucile, non tanto distanti:
il
cantare è cessato come d’incanto,
è
stato tutto uno sbattere d’ali, un volare frenetico…
(speriamo
che siano riusciti tutti a scappare).
Avevo
sbagliato, perché dopo qualche passo
ho
visto qualcosa che si muoveva vicino a un sasso,
l’ho
preso in mano: un passerino,
forse
un novello, tanto era piccolo,
ha
sbattuto le ali una volta più forte,
due
gocce di sangue sulle dita, e poi è morto…
Povero
passerino, perché ti hanno sparato?
Da
te cosa speravano di mangiare?...
Se
fossi stato una quaglia o un piccione
posso
capire, viene fuori qualche boccone,
ma
tu ci stai tutto in un cucchiaio,
…chissà
cosa avanza, dopo averti spennato.
Povero
passerino, minuto come sei
nessuno
avrebbe mai potuto vederti,
è
stata la tua voglia di cantare
che
ti ha tradito…e che ti ha ammazzato!
…
Nel
concerto del bosco, sotto il noce,
Considero questa una fra le più belle poesie del mio amico poeta Natale Gorini. Non è una poesia allegra, ma la bellezza non sempre è legata alla felicità.
domenica 21 aprile 2013
Sciolto l'abbraccio
L'abbraccio è il modo più semplice e piacevole per ricercare l'unità. Sciolto l'abbraccio, tutto si complica.
La mia zia preferita
Ciao, zia Maria. Te ne sei andata il 22 aprile di qualche anno fa. Ricevetti la triste telefonata mentre andavo a Ranco, dal mio amico Francesco Ogliari, per le finali del premio letterario Museo dei Trasporti. Era una bella e fresca giornata di sole. Mi chiamavi 'bel muretìn simpàtic': non potevi non essere la mia zia preferita.
Auguri, padre Mauro
Sebbene con un giorno di ritardo (il tuo compleanno era ieri, 21 aprile), tanti auguri padre Mauro, vecchio 'baffo', uomo generoso. Un solo difetto: sei un grillino della primissima ora....ma nessuno è perfetto!
in foto: il mio amico padre Mauro Serragli, missionario comboniano in Uganda
Cremona-Cimberio Varese: 88-92 risultato finale
foto carlozanzi
E che festa sia. Sì, è l'anno buono, e anche a Cremona si vince, sfatando la malasorte. Ultimo tempo dove si prende il largo, arrivando anche a +11, ma loro non ci stanno e così rosicchiano il vantaggio sino ad un pericolosissimo 85-88 per noi a pochi secondi dalla fine. Poi arrivano, in sequenza, uno schiaccione di Dunston, una tripla fortunosa loro, un due su due dai liberi di Green e così è fatta. Forza Varese!
E che festa sia. Sì, è l'anno buono, e anche a Cremona si vince, sfatando la malasorte. Ultimo tempo dove si prende il largo, arrivando anche a +11, ma loro non ci stanno e così rosicchiano il vantaggio sino ad un pericolosissimo 85-88 per noi a pochi secondi dalla fine. Poi arrivano, in sequenza, uno schiaccione di Dunston, una tripla fortunosa loro, un due su due dai liberi di Green e così è fatta. Forza Varese!
Cremona-Cimberio Varese: 65-65 dopo il 3° quarto
foto carlozanzi
Grazie all'amico Damiano di Varesenews ho qualche notizia della difficile partita in trasferta fra la Cimberio e Cremona, un campo spinato, duro da digerire. E anche stasera abbiamo la conferma. Equilibrio millimetrico. 24 a 26 per noi dopo il 1° quarto, 47 a 49 per noi a metà partita, 65 pari dopo il 3° quarto. Assente Polonara col gambone, non ho idea di cosa stiano combinando gli altri, certo non sfracelli stando al risultato. Ma Cremona in casa si esalta. Sperèm!
Grazie all'amico Damiano di Varesenews ho qualche notizia della difficile partita in trasferta fra la Cimberio e Cremona, un campo spinato, duro da digerire. E anche stasera abbiamo la conferma. Equilibrio millimetrico. 24 a 26 per noi dopo il 1° quarto, 47 a 49 per noi a metà partita, 65 pari dopo il 3° quarto. Assente Polonara col gambone, non ho idea di cosa stiano combinando gli altri, certo non sfracelli stando al risultato. Ma Cremona in casa si esalta. Sperèm!
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