foto carlozanzi
Quali sono le persone che invidiamo di più? Quelle ricche? Non credo. Quelle belle? Forse. Senz'altro quelle che dimostrano di amare non per sforzo di ragione, non per credo ma così, di istinto, quasi non esistesse il peccato, l'egoismo e fosse normale, naturale essere carichi di umanità, bendisposti verso gli altri, ricchi di tenerezza. Esistono tali persone? Ognuno faccia la sua lista, e ringrazi se ne conosce qualcuna.
in foto: le camelie di via Vico
domenica 31 marzo 2013
Le prime rondini
foto carlozanzi
Questa sera, giorno di Pasqua, verso le 18, fra Oronco e Fogliaro, nel cielo che vedete in foto, ho visto le prime due rondini della stagione. Una festa per me. Data la temperatura, in questo 2013 mi aspettavo di incontrare prima i pinguini, uguali per colore ma non per forma e capacità di volo. E invece ecco le rondini. So che queste sono le avanguardie, magari per una settimana non se ne vedono più e poi riempiranno il cielo.
Questa sera, giorno di Pasqua, verso le 18, fra Oronco e Fogliaro, nel cielo che vedete in foto, ho visto le prime due rondini della stagione. Una festa per me. Data la temperatura, in questo 2013 mi aspettavo di incontrare prima i pinguini, uguali per colore ma non per forma e capacità di volo. E invece ecco le rondini. So che queste sono le avanguardie, magari per una settimana non se ne vedono più e poi riempiranno il cielo.
Grattacieli
foto carlozanzi
Cielo terso, ed ecco all'orizzonte i grattacieli di Milano, visti (con zoom) dal Sacro Monte di Varese, 50 km più a nord.
Cielo terso, ed ecco all'orizzonte i grattacieli di Milano, visti (con zoom) dal Sacro Monte di Varese, 50 km più a nord.
sabato 30 marzo 2013
My God, what a morning
Mio Dio, che mattino!
Pasqua. Ieri sera, durante la Veglia Pasquale alla Kolbe (ben tre ore di celebrazione!), al momento dell'annuncio della resurrezione mi sono commosso al pensiero che potrebbe essere davvero tutto vero, e che quindi non finisce qui. Un grazie soprattutto al coro Kolbe, a Mariachiara per una super Ave Maria di Schubert, ad Andrea, mio organista preferito, al direttore Riccardo...a tutti...ottimi canti....
in foto: Sacro Monte di Varese, cappella della Resurrezione
Categorie ragionevoli
foto carlozanzi
Que Dieu ne m'abandonne jamais
Non vi sono che due categorie di persone che si possono dire ragionevoli: quelli che servono Dio con tutto il cuore perché lo conoscono, e quelli che lo cercano con tutto il cuore perché non lo conoscono
Blaise Pascal 1623-1662
Que Dieu ne m'abandonne jamais
Non vi sono che due categorie di persone che si possono dire ragionevoli: quelli che servono Dio con tutto il cuore perché lo conoscono, e quelli che lo cercano con tutto il cuore perché non lo conoscono
Blaise Pascal 1623-1662
Fratelli ciellini nella pioggia tris
Anche per completare quanto sinteticamente espresso nei due post che seguono, dirò che per mia fortuna la ricerca chiamiamo 'personale' di Dio non mi ha allontanato da Lui, come i lettori di questo blog sanno. Ho ancora la consapevolezza di un tesoro, che non si svende al primo che passa. Salendo al Sacro Monte mi è venuta questa immagine: un forziere, un potenziale tesoro, non ho le chiavi per aprirlo ma sono convinto che qualcosa contiene, di importante, di vitale e non c'è alcun motivo che io me ne liberi o vada altrove. Sto lì, lo curo, ogni tanto miracolosamente si apre, se vedo buio non ho il coraggio di intingere le mani e richiudo, sperando d'aver visto male; se vedo brillare qualcosa mi conforto e prego con più convinzione.
Fratelli ciellini nella pioggia bis
Superando i ciellini in preghiera, stamani, al Sacro Monte, pensavo che sono stato potenziale ciellino, l'esperienza nella comunità Shalom era simile, tanto è vero che oggi molti miei amici della Shalom sono ciellini. Poi che è successo? Dovrei parlare del cammino di anni, di una lenta ricerca personale, di un desiderio sempre più vivo di sincerità verso me stesso. Posso dire che ha contribuito Carla con i suoi dubbi e poi la morte di mia mamma e forse soprattutto la constatazione che non crescevo in umanità, con quell'adesione anzitutto razionale: io credo, meglio, io voglio credere. Perché è così, ad un certo punto uno deve fare una scelta e dice: "Credo!" e da quel momento la libertà, le sue proteste interiori, i suoi vissuti di dubbi diventano per lo più egoismi da soffocare. Per questo, oggi, non sono ciellino.
ps la foto, da google immagini, non vuole assolutamente sottintendere che il mio cammino in solitaria sia vitale e colorato, mentre quello dei ciellini sia grigio. Per carità, no, anche perché stamani molti ombrelli ciellini erano colorati.
Fratelli ciellini nella pioggia
In effetti mi pareva che il Sabato Santo i fratelli ciellini di Varese vivessero il loro pellegrinaggio al Sacro Monte, e così stamani ci siamo incrociati. Erano in tanti, come sempre, ombrelli e pioggia, e così per superarli in salita ho dovuto carezzare il muraglione di cinta. Con un certo disagio: non perché mi intralciassero, per carità, ma perché mi spiaceva dare l'idea di una qualche forma di esibizionismo da parte mia, che voleva mantenere il cammino veloce e non il loro lento procedere in preghiera. Per un'altra via ho poi fatto ritorno a casa, non per non passare da Erode, per carità, ma per non intralciare il pellegrinaggio di Cl.
Le sette ultime parole
Meditazione in musica e parole ieri sera alla Kolbe, dove l'orchestra d'archi della Cappella Musicale Kolbe ha eseguito 'Le sette ultime parole di Cristo sulla croce' di Franz Joseph Haydn, un'opera commissionata nel 1785 ad Haydn dal vescovo di Cadice. Dunque: il maestro Riccardo Bianchi è un mio ex alunno, e così due violinisti, Luca Rapazzini e Federico Bonoldi. Varese si sta riempiendo di miei ex alunni! Inoltre il soprano Mariachiara Cavinato è figlia di una mia compagna di liceo, Graziella Buzzi. Al contrabbasso Emiliano Renzelli, della PBB. Musica di qualità. Però (lo ammetto) la serata è stata piuttosto lunga, due ore di riflessione sono un po' eccessive. E' sempre meglio lasciare lo spettatore con un po' di appetito.
la foto è dalla pagina facebook di Federico Bonoldi
venerdì 29 marzo 2013
Accadde...un anno fa
APRILE 2012
Domenica 1
aprile 2012 – sereno
Due
spacciatori di cocaina che rifornivano la ‘Varese bene’ sono stati arrestati
dalla Squadra Mobile dopo un’indagine nata nel giugno scorso con l’arresto di
un promotore finanziario trovato con 5 grammi di cocaina. Il presunto fornitore
è Angelo Di Martino, 43 anni. Secondo la Polizia, il Di Martino si riforniva da
un tunisino che si faceva chiamare Michel, identificato e arrestato.
Lunedì 2
aprile 2012 – coperto
La crisi
economica non accenna certo a diminuire. Stando all’osservatorio della
Confesercenti-Ispo, il 99% della popolazione si dice preoccupata per la
situazione. Inoltre il 25% delle famiglie ammette di essere stata colpita
direttamente dalla crisi, con perdita del posto di lavoro o obbligo alla cassa
integrazione. Questo è un dato preoccupante, perché segna un 11% in più
rispetto al novembre 2011.
Martedì 3
aprile 2012 – coperto, variabile
Riaprirà per
Pasqua il tratto di pista ciclabile sul lago di Varese, fra Cazzago Brabbia e
Biandronno. La chiusura, durata quattro mesi, si è resa necessaria per
realizzare, da parte della Snam, il metanodotto. La ditta provvederà anche a
sistemare adeguatamente il fondo della ciclabile, rovinato dal passaggio dei
pesanti automezzi necessari per i lavori.
Mercoledì 4
aprile 2012 – pioggia, coperto, pioggia, coperto
Finalmente
la pioggia tanto attesa e prevista è arrivata. Mentre è un vero uragano quello
che sconvolge la Lega Nord, dopo le dimissioni del tesoriere del Carroccio,
indagato da ben tre Procure. L’indagine è scattata dopo la denuncia di un
militante. Stando alle accuse, fondi destinati al finanziamento del partito
sarebbero stati ‘deviati’ verso altre finalità, fra le quali la campagna
elettorale di Renzo Bossi e soprattutto spese private della famiglia del
senatùr.
Giovedì 5
aprile 2012 – pioggia, coperto
Clamorosa
decisione di Umberto Bossi, dopo una riunione dei vertici del Carroccio in via
Bellerio: dopo quasi trent’anni da leader, Bossi si dimette da segretario
federale della Lega Nord, con decisione irrevocabile. Ammette l’errore di aver
fatto scendere in campo suo figlio, dice di non saper nulla delle cifre
destinate alla sua famiglia. Si fa il nome di Roberto Maroni come probabile
erede al ‘trono’ del senatùr.
Venerdì 6
aprile 2012 – variabile, sereno
Le
dimissioni di Bossi provocando tanta tristezza nei militanti leghisti. Ma
comincia anche la conta dei ‘traditori’, soprattutto di coloro che avevano
simpatie per il cosiddetto ‘Cerchio magico’ che era molto vicino al senatùr e
che non lo ha difeso dai tradimenti interni. I cosiddetti ‘Barbari sognanti’,
filomaroniani, cantano vittoria. E Roberto Maroni invoca ‘Pulizia, pulizia,
pulizia’, dopo aver avvisato più volte Umberto Bossi che qualcosa,
nell’amministrazione del partito, non andava.
Sabato 7
aprile 2012 – coperto, temporale
Nel
pomeriggio il primo temporale della stagione ruggisce sopra Varese. Pioggia non
troppo intensa, con forte abbassamento delle temperature. Ma per fortuna dei
credenti cattolici, all’ora della solenne Veglia Pasquale il temporale è
cessato e già il cielo si rasserena. Al suono delle campane della Resurrezione,
intorno alle 22, una bella luna accoglie l’annuncio del Cristo risorto.
Un mondo che mi somiglia molto
foto carlozanzi
Oggi ho ricevuto una mail che mi ha fatto molto piacere, di una lettrice del mio blog a me sconosciuta sino a stamani, che ringrazio. Riporto solo un breve passaggio: "...Solo da due mesi leggo il suo blog ma lo leggo costantemente, infatti l'ho piazzato sulla barra dei preferiti. Mi basta un semplice clic e mi ritrovo in un mondo che mi somiglia molto..."
Chissà, forse fra le somiglianze c'è anche l'amore per la montagna (in foto, il Cervino)
Oggi ho ricevuto una mail che mi ha fatto molto piacere, di una lettrice del mio blog a me sconosciuta sino a stamani, che ringrazio. Riporto solo un breve passaggio: "...Solo da due mesi leggo il suo blog ma lo leggo costantemente, infatti l'ho piazzato sulla barra dei preferiti. Mi basta un semplice clic e mi ritrovo in un mondo che mi somiglia molto..."
Chissà, forse fra le somiglianze c'è anche l'amore per la montagna (in foto, il Cervino)
Il Suo sguardo totale sulle cose
....Quando Lui ci mostrava 'i fiori del campo, gli uccelli del cielo, gli alberi di fico e le vigne e la città che amava', come hanno detto, io guardavo da un'altra parte, guardavo sempre altrove e non vedevo il miracolo, non desideravo neppure di avere il Suo sguardo totale sulle cose. Un fiore era per me un fiore soltanto, un uccello era un uccello e gli alberi e tutto il resto non avevano un senso. Non li amavo. E' così che ho tradito, sai Bussola? è così. Perché noi siamo fatti per il perdono, per mendicare una vita di perdono...ma quando l'ho intuito era già appeso là e io con Lui, prima di Lui!....
dal racconto 'Giuda' di Riccardo Prando
Alla Decima Cappella
foto carlozanzi
Oggi, venerdì 29 marzo, Venerdì Santo, alle 15 sarò, come mia abitudine, alla Decima Cappella del Sacro Monte, che ricorda la Crocifissione. Ho poca fede, un barlume di fede dubbiosa, ma più che sufficiente per salire lassù.
Oggi, venerdì 29 marzo, Venerdì Santo, alle 15 sarò, come mia abitudine, alla Decima Cappella del Sacro Monte, che ricorda la Crocifissione. Ho poca fede, un barlume di fede dubbiosa, ma più che sufficiente per salire lassù.
giovedì 28 marzo 2013
Una coppia forte e fragile
Sono aperte le iscrizioni a questo interessante convegno, organizzato dall'Istituto La Casa di Varese onlus, con il patrocinio dell'Asl di Varese. Titolo: Linee di forza e di fragilità nella coppia, riflessione per interventi clinici efficaci. Giorno: sabato 20 aprile 2013, dalle 9 alle 17.30 Parlerà il prof. Corrado Pontalti. Partecipazione gratuita, iscrizione entro il 19 aprile, telefonando allo 0332.238079.
Varese: un libro aperto
E' in distribuzione nelle scuole varesine un opuscoletto, dal titolo 'Varese: un libro aperto, ossia per una didattica del territorio' scritto dal prof. Robertino Ghiringhelli, realizzato dall'Associazione VareseVive (presieduta da Giuseppe Redaelli) e dalla Fondazione Comunitaria del varesotto Onlus. Una bella iniziativa. Speriamo contribuisca ad elevare il quoziente di amore per la nostra bella città nelle nuove, distratte generazioni di varesini.
Auguri alla Shalom
Desidero rivolgere i miei auguri di buon triduo pasquale agli amici della Shalom. So che loro sanno cosa vuol dire vivere un triduo pasquale, perché ne abbiamo vissuti insieme tanti da giovani: al mattino la preparazione delle letture, la meditazione e poi i momenti liturgici in chiesa, dove cantavamo, salivamo all'ambone per le letture, il Giovedì, il Venerdì, la solenne Veglia Pasquale e la Messa al Lazzaretto, nel giorno di Pasqua. Infine, come per dire che non eravamo stati insieme abbastanza, il lunedì dell'Angelo la gita: Val Gardena, Vaduz, Rapallo eccetera. Anni memorabili, che hanno messo le fondamenta. Siamo stati fortunati. Non dico che siamo meglio di altri, per carità, dico che probabilmente abbiamo avuto più fortuna.
in foto: la comunità Shalom sulle dolomiti, nevaio della Fradusta, Pale di San Martino
mercoledì 27 marzo 2013
Nulla da dichiarare
foto carlozanzi
Puntuali, ecco gli auguri pasquali, in forma poetica, del mio amico poeta Arnaldo Bianchi
Al bordo delle parole
ai confini del discorso
serenità notturna
imperfetta geometria;
in assenza di vento
nulla da dichiarare...
Puntuali, ecco gli auguri pasquali, in forma poetica, del mio amico poeta Arnaldo Bianchi
Al bordo delle parole
ai confini del discorso
serenità notturna
imperfetta geometria;
in assenza di vento
nulla da dichiarare...
Una buona occasione per narratori
foto enrico lamberti
PREMIO
CHIARA RACCONTI INEDITI 2013
Un’ottima
opportunità per autori over 25. Chi ha nel cassetto una raccolta di racconti
inediti, di circa 160.000 batture (spazi inclusi) è il benvenuto al Premio
Chiara Inediti 2013.
Però deve
affrettarsi: il termine è giovedì 2 maggio 2013.
Far pervenire
6 copie dattiloscritte + un cd con il testo della raccolta in Word + una
propria fotografia + la fotocopia della carta di identità + i propri dati e la
dichiarazione firmata che i racconti sono assolutamente inediti.
Inviare a
Associazione Amici di Piero Chiara, Viale Belforte 49, 21000 Varese (orari da
lunedì a venerdì 9.30-13.30)
Giuria
esaminatrice: Andrea Fazioli, Federico Bianchessi, Michele Mancino, Federico
Roncoroni, Carlo Zanzi.
La raccolta
vincitrice verrà pubblicata in 400 copie da Pietro Macchione Editore.
Gli auguri di don Luca
Tommaso è tutt’altro che l’uomo del dubbio a tutto campo. Non c’è niente di generico nei suoi dubbi. Il suo non è un dubbio intellettuale, non è legato a qualche contro-testimonianza all’interno gruppo, non è tanto un ripensamento personale, non riguarda qualche aspetto particolare in campo etico.
E’ un dubbio sul fondamento, cioè sul mistero di Gesù crocifisso e risorto. Tommaso ha capito benissimo che il cristianesimo non è né una filosofia né una morale. Vuole sapere se Gesù è davvero l’interlocutore fondamentale della sua vita e della storia. Non è poco.
Anche in questo Tommaso è il nostro gemello: cerca una ragione fondamentale per vivere, un motivo vero che dia senso a tutto il suo agire. Non è quello che in fondo cerchiamo tutti?
Davvero Gesù Crocifisso e Risorto
ci illumini e ci guidi
perché rimaniamo vigili e non siamo sviati da inutili o secondarie domande,
nel custodire davvero le persone che ci sono affidate assieme con il creato,
affinché il nostro cuore resti appassionato
nel cercare ciò che davvero vale nella vita!
Buon tempo di Pasqua 2013! (dura fino al 19 maggio…)
Uniti Nel Dio Vivente
Don Luca
Grazie, caro don Luca
Le scale
Ormai anche i più sedentari e i più avvezzi al dolce far niente riconoscono nell'attività motoria un ruolo decisivo per la salute e un notevole risparmio in termini di spese sanitarie per la nazione. E ciò è fra l'altro molto utile in tempo di crisi economica. Ebbene, proprio per i più pigri e tirchi, che certo non intendono spendere soldi per iscriversi ad una palestra o uscire di casa mettendosi in tuta, propongo le scale. A meno che uno abiti in una villetta senza scale o con pochi gradini, chi sta in un palazzo non ha scusanti. Non deve utilizzare l'ascensore, e deve dedicare dieci minuti al giorno ad andare su e giù, iniziando lentamente e poi a passo sempre più sveglio. La pioggia non intralcia, la temperatura è sempre ideale, il corpo ringrazia.
Auguri, Laura
Tanti auguri, cara Laura...anche da parte di Carla, Valli, Madda e Ketty......ziocarlo
(foto dal profilo facebook, che denota una notevole somiglianza con suo zio...no, scherzo)
Che poi alla fine
foto carlozanzi
Che poi alla fine si arriva alla stessa conclusione, e cioè che lamentarsi è la ricetta dei morti e che conviene buttarsi nella giornata con ottimismo e speranza, ma un conto è fare sempre la faccia sorridente, presentandosi al mondo con un sorriso che non rispecchia la realtà, un conto è protestare, indignarsi, ammettere il proprio malcontento, condividere un limite, soffrire un po' e poi partire verso ciò che ci aspetta. Meglio la finzione o un po' di disperazione?
in foto: lungolago di Luino
Che poi alla fine si arriva alla stessa conclusione, e cioè che lamentarsi è la ricetta dei morti e che conviene buttarsi nella giornata con ottimismo e speranza, ma un conto è fare sempre la faccia sorridente, presentandosi al mondo con un sorriso che non rispecchia la realtà, un conto è protestare, indignarsi, ammettere il proprio malcontento, condividere un limite, soffrire un po' e poi partire verso ciò che ci aspetta. Meglio la finzione o un po' di disperazione?
in foto: lungolago di Luino
Il racconto del mercoledì
Un amore
L’ho visto arrivare con il suo
Morini quattro tempi a benzina, bianco e rosso. Sapevo che era lui già da
lontano: urlavano il suo nome i quattro cilindri nascosti dentro la testata
d’argento di quella sua moto superba. Gliela invidiavo dal vetro del fanale
anteriore al catarinfrangente sul parafango posteriore, invidiavo i suoi
capelli tirati su dal vento e il suo possedere la velocità. Franco era il più
ricco fra noi, la sua moto lo testimoniava. Avevamo l’età del cinquantino, non
di più, ma i quattro tempi regalavano a quel Morini la dignità di una moto da
adulti.
Franco è arrivata nel nostro
cortile, senza casco, con aria distratta, superiore, come di chi non sa che se
gli eravamo tutti attorno era per il suo mezzo di trasporto. A noi restavano
bici senza cambi e tante moto cavalcate di notte, sdraiati nel letto, dentro un
sonno da figli del dopoguerra.
Noi intorno alla moto di Franco,
e Franco a sorridere, portando la buona novella: “C’è una partita di calcio
alla chiesa…ci aspettano.”
Il campo della chiesetta. Di
campi da pallone ne avevamo almeno cinque: il cortile di casa mia, l’oratorio,
il castello, il pratone e quello della chiesa di San Celso, che non era il più
bello ma sempre meglio di un sagrato di casa popolare, con sassi e terra.
Mi stavo dirigendo in cantina per
recuperare la bicicletta quando la voce di Franco, roca come avesse imparato
l’intonazione del Morini, mi ha preso per il bavero: “Salta su” mi ha detto
“Vieni con me.”
Era la prima volta su quel
sellino.
“Grazie” gli ho risposto e mi
sono accomodato.
Volavamo Franco ed io verso il
campo della chiesa, lui sicuro nella guida, con
accelerate da spavaldo, io intimorito ed estasiato, dentro un pomeriggio
d’estate che mi aveva fatto sudare e che adesso, nel fresco del viaggio in
moto, trasformava il sudore in piacevole frescura intorno al corpo.
“Ti sta aspettando una
ragazza…vuole vederti” ha detto Franco ad un certo momento, quando mancavano
ancora cinque minuti di viaggio. Dentro quell’aria in movimento e il ruttare
del motore Morini, quella notizia mi ha fatto impazzire il cuore. Volavamo
verso il paradiso io e Franco, un eden popolato ora non dalla disfida
calcistica, ma dall’immagine di una ragazzina (che Franco aveva definito
carina) che mi stava attendendo vicino alla chiesa. Una donna interessata a me,
che mi voleva vedere, che mi avrebbe parlato perché –non potevo dubitarlo-
certamente le piacevo, mi aveva incontrato chissà dove, o aveva saputo di me da
qualche altra ragazza.
In quei pochi minuti ho ripassato
ogni volto probabile e assaporato le più invitanti emozioni. Me la immaginavo
bella, bionda, occhi chiari, perché uno non può prevedere di essere accolto da
una ragazza brutta, cioè non degna di una simile attesa. Il cuore cantava, mi
mancava il fiato, appoggiavo la guancia sulla schiena di Franco, lo cingevo
alla vita grassoccia e sognavo quel sogno finalmente reale. Un sogno meno
illuso e più vero.
Il solo fatto d’aver suscitato un
interesse femminile mi inebriava. Mi sentivo sicuro e interessante, avrei
affrontato l’incontro con inevitabile emozione ma sarei stato in grado di
reggere il confronto, di offrirle il mio meglio.
“Ma tu la conosci?” ho urlato a
Franco, senza ottenere risposta.
Silenzio, mi frullavano immagini
condite da gioie mai assaporate, un languore amoroso che mi struggeva. Il
pallone non aveva più senso, meglio, la partita sarebbe stata momento di gloria
per sorprenderla col mio gioco, affascinarla perché era risaputo che ero fra i
primi (se non il primo) ad essere scelto, quando si faceva bimbumbam e ci si
spartiva per squadre.
Così siamo arrivati al campo
della chiesa: poca erba e molta polvere, un sole allo zenith che abbagliava,
radi alberi che proiettavano ombre striminzite.
Franco si è diretto verso un
tiglio: “La posteggio qui sotto” mi ha detto. “Salta giù.”
Sono sceso di sella, accompagnato
dagli ultimi rutti del motore. Ma prima avevo già perlustrato la zona, da tempo
indagavo sulle presenze in quel luogo. A bordocampo nessuno, mentre sul terreno
di gioco era già in corso una partita. La palla volava e strisciava, rimbalzava
e saltellava senza un lamento, nonostante tutti quei pedatoni.
Non s’era mai vista una ragazza,
e più ancora una bella ragazza, giocare a pallone coi maschi. Ma se non era là
in mezzo, nella terra e nel sole, dov’era?
Allora ero ingenuo ma lo sono
anche adesso, a voler raccontare una storia di poco interesse. E allora ho
sofferto quando ho notato che lì, vicino alla chiesa, si contavano solo
ragazzi, sudati e sporchi, agitati e col solo interesse di fare un gran gol,
quando Dio aveva creato la donna per regalare paradisi terrestri.
E’ arrivato Franco, non alto ma
grasso, non bello ma ricco, ancora innocente a quel punto.
“La ragazza?” gli ho chiesto.
“La ragazza….ah, già, la
ragazza…” e si è messo a ridere.
Franco non era mio amico. Forse
lo sarebbe diventato. Ci stavo pensando quando, insieme, cavalcavamo sopra la
groppa del Morini. Non so perché ha inventato quello scherzo, perché ci ha
messo di mezzo l’amore, il soffrire d’amore. Eppure aveva un anno più di me e sbaciucchiava
le ragazze più belle. Doveva sapere. Immaginare. Prevedere la mia tristezza
insanabile. O forse i soldi rendono lecito far piangere un compagno di giochi,
dopo averlo trastullato nell’illusione più atroce.
Ho dato un solo pugno sinora. A
Franco. Quel giorno. Sul naso. E se sangue c’è stato, non mi ha mai fatto
pena.
martedì 26 marzo 2013
Trentennale
Il 26 marzo del 1983 Carla si laureava in Psicologia a Padova. Trent'anni fa. Ricordo molto bene quel giorno, il viaggio insieme, il termine di un lungo cammino di studio. Eravamo sposati da due anni. Molto era ancora da costruire.
Di mattoni ne abbiamo messi in pigna, ma non siamo certo al tetto. Qui c'è ancora da rimboccarsi le maniche.
Unirò le mie lamentele
So che non sono molto originale se unisco le mie lamentele a quelle della maggior parte dei varesini, stufi di questo inverno che non se ne va. Alla faccia dell'effetto serra, questo che si chiude è stato il mese di marzo più freddo degli ultimi 50 anni. Questa foto è stata scattata a Luino la scorsa domenica: un solo, triste colore per lago, monti, cielo e nebbie. Chi ha l'occhio buono vedrà un battello all'orizzonte.
lunedì 25 marzo 2013
La nonna di Ermanno
foto carlozanzi
Ripenso all'incontro di ieri a Luino, le parole misurate, cariche d'esperienza e di riflessione, di Ermanno Olmi (eccolo intervistato da Mons. Dario Viganò), il suo ricordo della nonna ("Non ha mai letto la Bibbia, ma se penso a una persona che rappresenta un modello di vita evangelica penso a lei"), la sua quiete interiore. Ha certamente problemi alle mani, avrà più di un acciacco, eppure in lui non c'è rabbia ma accettazione. E riconoscenza. Almeno questa è la prima impressione, e non sempre l'apparenza inganna.
Ripenso all'incontro di ieri a Luino, le parole misurate, cariche d'esperienza e di riflessione, di Ermanno Olmi (eccolo intervistato da Mons. Dario Viganò), il suo ricordo della nonna ("Non ha mai letto la Bibbia, ma se penso a una persona che rappresenta un modello di vita evangelica penso a lei"), la sua quiete interiore. Ha certamente problemi alle mani, avrà più di un acciacco, eppure in lui non c'è rabbia ma accettazione. E riconoscenza. Almeno questa è la prima impressione, e non sempre l'apparenza inganna.
Roberto, Mauro e la gara dei rutti
foto carlozanzi
Il centenario della nascita di Piero Chiara mi solletica aneddoti da bar, nel mio caso da oratorio. Stuzzica il ricordo di personaggi che hanno lasciato tracce nella mia fanciullezza, niente affatto spensierata e piuttosto introversa. Ebbene, siamo agli inizi degli anni Sessanta, oratorio Molina di Biumo Inferiore. Immaginate la scena: io con i pantaloncini corti, avrò sei o sette anni, Dino Azzalin (oggi dentista e poeta di fama) è lì con me e osserva divertito, e in più due ragazzotti un po' in carne, qualche anno più di noi, intenti a fare una gara di rutti. Sono Mauro Serragli (oggi missionario comboniano in Uganda) e Roberto Troian (foto), oggi noto giornalista Rai. Entrano al bar dell'oratorio, si fanno servire dal papà di don Vincenzo una bel bicchiere di Spumador e poi fuori, in lotta per il rutto più lungo e rumoroso. Direte: ma non hai argomenti più eleganti per iniziare la settimana? Evidentemente no.
Il centenario della nascita di Piero Chiara mi solletica aneddoti da bar, nel mio caso da oratorio. Stuzzica il ricordo di personaggi che hanno lasciato tracce nella mia fanciullezza, niente affatto spensierata e piuttosto introversa. Ebbene, siamo agli inizi degli anni Sessanta, oratorio Molina di Biumo Inferiore. Immaginate la scena: io con i pantaloncini corti, avrò sei o sette anni, Dino Azzalin (oggi dentista e poeta di fama) è lì con me e osserva divertito, e in più due ragazzotti un po' in carne, qualche anno più di noi, intenti a fare una gara di rutti. Sono Mauro Serragli (oggi missionario comboniano in Uganda) e Roberto Troian (foto), oggi noto giornalista Rai. Entrano al bar dell'oratorio, si fanno servire dal papà di don Vincenzo una bel bicchiere di Spumador e poi fuori, in lotta per il rutto più lungo e rumoroso. Direte: ma non hai argomenti più eleganti per iniziare la settimana? Evidentemente no.
domenica 24 marzo 2013
Due gambe così
foto carlozanzi
Cosa avrebbe fatto Piero Chiara per due gambe così? Penso molto. E' noto, lo scrittore luinese si vantava di essere un tombeur de femmes, ma io so per certo che almeno una volta è stato lui a cadere. Bisogna riconoscere che in quel caso Piero non era più nel fiore degli anni. L'aneddoto mi è stato raccontato da una mia amica ormai avanti negli anni, una bella donna, che aveva una sorella a suo dire molto bella. Ebbene, Chiara si era invaghito di lei e supplicava la mia amica che lo raccomandasse alla sorella. La quale non ne volle mai sapere di quel 'vecchietto', noto e certamente ricco, ma dal fascino in declino.
Cosa avrebbe fatto Piero Chiara per due gambe così? Penso molto. E' noto, lo scrittore luinese si vantava di essere un tombeur de femmes, ma io so per certo che almeno una volta è stato lui a cadere. Bisogna riconoscere che in quel caso Piero non era più nel fiore degli anni. L'aneddoto mi è stato raccontato da una mia amica ormai avanti negli anni, una bella donna, che aveva una sorella a suo dire molto bella. Ebbene, Chiara si era invaghito di lei e supplicava la mia amica che lo raccomandasse alla sorella. La quale non ne volle mai sapere di quel 'vecchietto', noto e certamente ricco, ma dal fascino in declino.
Reggio Emilia-Cimberio Varese: 62-63 dopo il 3° quarto
foto carlozanzi
Non mi è possibile vedere la prima metà gara, so che finisce 39 a 44 per noi e che siamo stati avanti anche di 12, ma Reggio Emilia non ha mollato l'osso biancorosso. Il 3° quarto non è un granché, bene Dunston e Green (foto), che è in ogni dove, segna poco ma dirige bene l'orchestra. Male da fuori, anche Sakota che aveva iniziato egregiamente. Così si finisce 62 a 63 per Varese. Ma ci sarà da penare sino in fondo.
Non mi è possibile vedere la prima metà gara, so che finisce 39 a 44 per noi e che siamo stati avanti anche di 12, ma Reggio Emilia non ha mollato l'osso biancorosso. Il 3° quarto non è un granché, bene Dunston e Green (foto), che è in ogni dove, segna poco ma dirige bene l'orchestra. Male da fuori, anche Sakota che aveva iniziato egregiamente. Così si finisce 62 a 63 per Varese. Ma ci sarà da penare sino in fondo.
Reggio Emilia-Cimberio Varese: 74-77 finale
"Partita superaperta!" dice Dan dai microfoni di SportItalia, e in effetti si riparte 62 a 63 per noi. 4° quarto da brividi, noi male da fuori ma buoni rimbalzi in attacco, Banks 5 palle perse alla fine e ciò non va bene, Dunston è spesso in panchina e non si sa perché, per fortuna da loro Taylor (già 22 punti) è fiacco e stanco. Comunque punto qui punto là si arriva al 73-73 a meno 2', con una bella schiacciata di PolonAir. Bravo a lui, ma subito tirate di orecchie al ragazzo, perché fa 1 su 4 ai liberi in un momento crucialissimo. Poi la fortuna arriva, sotto forma di un tiro da due di Ere che ballonzola almeno 6 volte sul ferro prima di entrare: 73 a 76 per Varese. Poi 74 a 76, poi a meno 12" Ere avrebbe i liberi della pace ma ne fa uno solo e così siamo 74-77 e Reggio in 12" tenta due tiri da 3, che sarebbe il pareggio e i supplementari, ma la parabola cozza sul ferro in entrambi i casi (ultimo tiro di Taylor, che macchia un po' la partita super) e la Cimberio è sola in testa,visto che Sassari perde a Cremona. Molto bene! Dunston: 22 punti e tanto ancora, è lui la rocca su cui poggia la casa Varese.
Luino, alla ricerca di Pierino
foto carlozanzi
Oggi a Luino il lago, i monti, la nebbia, il cielo e persino i battelli avevano identico colore, un biancogrigioumido che metteva tristezza. Ugualmente ho voluto incontrare Piero Chiara, onorare la sua scrittura, fotografare la targa al Caffè Clerici e la sua casa natale, dove venne alla luce il 23 marzo del 1913.
Oggi a Luino il lago, i monti, la nebbia, il cielo e persino i battelli avevano identico colore, un biancogrigioumido che metteva tristezza. Ugualmente ho voluto incontrare Piero Chiara, onorare la sua scrittura, fotografare la targa al Caffè Clerici e la sua casa natale, dove venne alla luce il 23 marzo del 1913.
Ermanno, cioè la sostanza
foto carlozanzi
Luino, Teatro Sociale, ore 17 circa di domenica 24 marzo 2013. Da sinistra: Mauro Gervasini, Monsignor Dario Viganò, Ermanno Olmi, Claudia Donadoni. Fra pochi minuti il grande regista riceverà il Premio Chiara alla Carriera 2013. Una scelta ben fatta, perché Ermanno è uomo di sostanza, profondo, che non ha tradito se stesso e il suo pensiero per seguire confessioni precostituite e idee cristallizzate. Nel suo cinema ha parlato di poveri, di deboli, di Chiese che devono amare con i fatti, soprattutto i nemici. Palma d'Oro a Cannes nel 1978 con il famosissimo L'albero degli zoccoli, Leone d'Oro a Venezia nel 1988 con La leggenda del santo bevitore. La sua è una fede che cerca, che non zittisce le provocazioni del pensiero. Parole di miele alle mie orecchie.
Luino, Teatro Sociale, ore 17 circa di domenica 24 marzo 2013. Da sinistra: Mauro Gervasini, Monsignor Dario Viganò, Ermanno Olmi, Claudia Donadoni. Fra pochi minuti il grande regista riceverà il Premio Chiara alla Carriera 2013. Una scelta ben fatta, perché Ermanno è uomo di sostanza, profondo, che non ha tradito se stesso e il suo pensiero per seguire confessioni precostituite e idee cristallizzate. Nel suo cinema ha parlato di poveri, di deboli, di Chiese che devono amare con i fatti, soprattutto i nemici. Palma d'Oro a Cannes nel 1978 con il famosissimo L'albero degli zoccoli, Leone d'Oro a Venezia nel 1988 con La leggenda del santo bevitore. La sua è una fede che cerca, che non zittisce le provocazioni del pensiero. Parole di miele alle mie orecchie.
Una Chiesa spoglia e accogliente
foto carlozanzi
Ermanno Olmi mi è parsa una persona saggia, cioè consapevole del fatto che si debba gioire, come i bambini, per ciò che gli intellettuali chiamano piccole cose. Ha occhi che si commuovono e voce che trema, capace di stupirsi. Ha parlato della Chiesa ("Più la Chiesa è spoglia, più è accogliente"), della priorità della carità sulla fede ("E' più importante la carità della fede, noi molte volte diciamo di voler bene a qualcuno, ma spesso è una bugia"), della necessità di tornare bambini. Anni luce di distanza rispetto al Premio Chiara alla carriera dello scorso anno, Paolo Villaggio: i due sono più o meno coetanei, hanno passato gli ottant'anni, ma l'inventore di Fantozzi è rimasto indietro, si è fermato, anzi, è tornato indietro, balbetta. Ermanno parla e convince.
Ermanno Olmi mi è parsa una persona saggia, cioè consapevole del fatto che si debba gioire, come i bambini, per ciò che gli intellettuali chiamano piccole cose. Ha occhi che si commuovono e voce che trema, capace di stupirsi. Ha parlato della Chiesa ("Più la Chiesa è spoglia, più è accogliente"), della priorità della carità sulla fede ("E' più importante la carità della fede, noi molte volte diciamo di voler bene a qualcuno, ma spesso è una bugia"), della necessità di tornare bambini. Anni luce di distanza rispetto al Premio Chiara alla carriera dello scorso anno, Paolo Villaggio: i due sono più o meno coetanei, hanno passato gli ottant'anni, ma l'inventore di Fantozzi è rimasto indietro, si è fermato, anzi, è tornato indietro, balbetta. Ermanno parla e convince.
Di nuovo a Rio
Valentina e Umberto partono oggi, di nuovo, per Rio de Janeiro, dove si fermeranno una quindicina di giorni. Ma questa volta c'è chi non paga il biglietto! Buon viaggio.
Il mio primo libro
foto silvia d'ambrosio
Se il 23 marzo del 1913 nasceva Piero Chiara (e questo si sa) il 24 marzo del 1988 usciva nelle librerie italiane il mio primo libro 'Papà a tempo pieno', che dava il via alla mia inesausta carriera letteraria. Che emozione la prima volta di un tuo libro! Come tutte le prime volte. Dovremmo vivere di prime volte. Impossibile. Cerchiamo almeno di sommarne qualcuna in più, nella vita.
Se il 23 marzo del 1913 nasceva Piero Chiara (e questo si sa) il 24 marzo del 1988 usciva nelle librerie italiane il mio primo libro 'Papà a tempo pieno', che dava il via alla mia inesausta carriera letteraria. Che emozione la prima volta di un tuo libro! Come tutte le prime volte. Dovremmo vivere di prime volte. Impossibile. Cerchiamo almeno di sommarne qualcuna in più, nella vita.
sabato 23 marzo 2013
Cena tra amici
Ancora una volta devo fare i complimenti ai francesi, perché ieri sera ho visto un bel film francese, 'Cena tra amici' di Alexandre De la Patelliere e Matthiew Delaporte, con Patrick Bruel, Valerie Benguigui e altri. Un film del 2012, che ricorda molto Carnage di Roman Polanski. Tutto si svolge in un appartamento di Parigi, dove si incontrano per una cena una prof. di scuola media e suo marito, docente alla Sorbona (i padroni di casa), poi il fratello di lei e sua moglie, che attende un bambino, infine un suonatore di trombone di una prestigiosa orchestra parigina. Cena marocchina e subito un fitto dialogo, ci si diverte, battute colte e meno, poi comincia il diluvio degli equivoci. Tutto nasce dal desiderio di chiamare il nascituro Adolf, ma il gioco si fa duro, emergono scomode verità, dal riso si passa al pianto e alla rabbia, sino al colpo di scena finale, davvero inaspettato. Un film che merita.
Sogni
Da qualche tempo ricordo più facilmente i sogni. Stanotte ne ho fatti a raffica, anche divertenti. Sarà perché ieri sera ho visto un film francese, sta di fatto che stanotte ho sognato che ero al liceo e dovevo fare il compito in classe di francese, peccato che non avessi mai fatto francese in vita mia e allora sono uscito dall'aula alla ricerca di un vocabolario, la prof. era una mia collega (ora in pensione) alla Vidoletti, non ho trovato il vocabolario, sono rientrato in classe e impaurito le ho detto: "Non ho mai fatto francese!" e lei ci è rimasta male. Ho rivissuto la classica paura dei ricordi scolastici da alunno.
Augusto Vanghetta o del piacere della carne
Niente di meglio, nel giorno del centenario della nascita di Piero Chiara, che leggere uno dei suoi romanzi migliori 'Il pretore di Cuvio', che presto diventerà film grazie all'entusiasmo dell'attrice luinese Sarah Maestri (foto). Ebbene, qui Chiara è davvero un maestro nel descrivere il protagonista, il pretore Augusto Vanghetta, uomo senza coscienza, dedito con lena ai piaceri della carne.
Ecco un paio di passaggi che danno l'idea.
"Dopo quella vera e propria violenza carnale che aveva subito dal Vanghetta e anche da se stessa, Margherita non pensò di arrestarsi sulla china del peccato. Compiuto il primo passo, capì che cos'era una donna, anche sorella di un prete. E quando ogni notte Augusto si infilava nel suo letto al buio, benediceva la sorte che le aveva condotto in casa quella macchina meravigliosa che è l'uomo, bello o brutto, giovane o anziano, ma tale da metterle in moto le linfe e le secrezioni, interne e esterne, per le quali una donna diventa come un fiume che scorre dalla vita che ha avuto a quella che darà.
Il Vanghetta, immune da sentimenti o consapevolezze ingombranti e inutili ai suoi fini, badava a godere i frutti dell'ospitalità con tanta foga, che presto se ne videro i risultati..."
"Il Vanghetta era addirittura del parere che l'uomo, ad ogni età e in qualunque stato o condizione, deve immergersi nella donna senza alcun ritegno o scrupolo. E in tutte le donne, giovani o anziane, consanguinee o estranee, nubili o sposate...L'uomo, diceva, è venuto dalla donna e nella donna deve ritornare, per essere felice e dimenticare che lo aspetta la morte..."
Piero Chiara 'Il pretore di Cuvio'
Iscriviti a:
Post (Atom)