Sembra una ragazzina Gianna Nannini: poi ti avvicini e vedi che i suoi 59 anni ci possono anche stare (è nata a Siena il 14 giugno 1954), ma è piena di vita. E' questo che piace assai, perché nessuno ha voglia di incontrare gente depressa. Gianna parla schietto, parla della sua 'fuga' dalla famiglia ("non capivo cosa avessi a che fare io con quella famiglia, che non voleva che cantassi"), dapprima Roma, dove per incidere chiedevano 'gentilezze' sessuali (Gianna ha usato termini più espliciti) poi Milano, "più seria". Una laurea in filosofia, tanta sperimentazione, il pianoforte sino al 5°, il violino, quella voce "africana". Riguardo ai testi dice: "A volte mi vengono delle frasi, non capisco nemmeno io il significato, poi leggo molto e lo scopro". E poi Gianna ama il vino, lo produce anche. Ama l'impegno civile, "la nostra cultura non è la sola, bisogna difendere tutte le altre culture". Una donna che porta a termine ciò che inizia, molto autodidatta. Una donna viva.
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