foto carlozanzi
Arrivava in classe il mitico e 'terrorizzante' prof. Cesare Revelli (e che fosse terrorizzante non è un bene per un comunista) in genere con una sciarpetta al collo, e sempre in compagnia della sua 'erre moscia'. Non ricordo se permettesse le interrogazioni programmate, mi pare di no (e anche questo non è molto di sinistra). Ma quando aveva deciso di non interrogare accendeva la sigaretta, si portava con passo flemmatico verso il calorifero, una mano in tasca, l'altra sul vizio (visto che ha vissuto sino a 91 anni per lui non è stato dannoso) e via a raccontare quella sua versione molto personale della storia e della filosofia. Ogni tanto qualche battuta, tutti si rideva, ma quanti avevano capito? La nostra è stata la sua ultima classe di insegnamento, quella che ha portato a 'maturazione' nel 1975. Poi è passato a fare il preside. Lo si capiva che non aveva più tanta voglia di insegnare. Un docente appassionato non fa il preside, che è tutto un altro mestiere. Un docente deve avere una grande pazienza, quasi mai vede i frutti del suo lavoro.
Un abbraccio, caro Cesare. Comunque quando ti dirigevi verso il calorifero dando fuoco alla sigaretta e al tuo sapere, che respiro di sollievo per tutti noi!!!! E via con gli appunti....
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