martedì 11 giugno 2013
Il parere di Ric
Ricevo oggi, molto gradito, questo parere di Riccardo Prando sul mio nuovo libro, 'Valzer par Varès'. Certo, Ric (docente, giornalista a La Prealpina, narratore) è mio amico, ma so che è sincero, e quando deve tirarmi le orecchie me le tira.
Car ul me Carlètt (più in là non so andare col dialetto...), ho appena
terminato la lettura del tuo ultimo libro e, senza alcuna piaggeria, devo dire
subito due cose: l'impatto è stato subito molto positivo grazie alla copertina,
che trovo deliziosa per la sua freschezza e "leggibilità": non è cosa di tutti
i libri, specie contemporanei, e nemmeno da sottovalutare. La copertina è un
po' come la vetrina di un negozio, se è sciatta o male organizzata non invoglia
nemmeno ad entrare. Seconda cosa: trovo che "Valzer per Varès" sia il tuo più
bel libro. E' vivo, scorrevole, avvolgente. In altra occasione ti avevo
invitato ad asciugare i tuoi lavori e credo che avessi ragione: trovo quasi
tutti i racconti molto piacevoli sia come sintassi sia come contenuti. Se devo
sceglierne due in particolare dico "La grande nevicata del duemilatredici" e
"Mi chiamo Franz". Quest'ultimo, in particolare, trovo che all'originalità del
tema accompagni la scorrevolezza del discorso narrativo. Il mio giudizio vale
il classico "tubo", però è forse meglio di niente. Quanto alle poesie, mi pare
che siano la quintessenza dello "zanzismo" (aiuto, che bruttura di termine!)
perchè padroneggi il dialetto in maniera straordinaria, Inutile dirti che
quelle dedicate a mamma e papà sono per cuori forti (cioè non per il mio). Devo
trovare per forza un neo? Lascerei perdere le parolacce. Non per moralismo, ma
perchè messe lì mi pare che centrino proprio niente. Perchè cercare "vie nuove"
di scrittura quando hai già quelle "vecchie"? Vanno benissimo! Un abbraccio, a
sabato, Ric
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento