domenica 28 luglio 2013
Ma Gino, te ne sei andato senza dirmi nulla?
Ieri pensavo allo scrittore Gino Montesanto, uno fra gli autori più noti degli anni Sessanta e Settanta, soprattutto in ambito cristiano. Lo avevo conosciuto agli inizi degli anni Novanta, quando Gino faceva parte della Giuria del Premio Chiara, insieme a Raffaele Nigro, a Fernanda Pivano, ad altri. Gli avevo fatto leggere le bozze del mio romanzo (poi diventato racconto lungo) 'L'ultimo nemico' e lui mi aveva preso in simpatia. Riconosceva in me potenzialità di narratore, e come lui parlavo di Dio senza tralasciare i dubbi. Mi regalò utili consigli, ci scrivemmo per un po'. Mi fece avere il suo ultimo romanzo, 'Sottovento' (del 2002), lo intervistai per La Prealpina. Stava a Roma, d'estate nella sua Romagna. Da anni non lo sentivo più. Poi vado su Wikipedia e leggo che se n'era andato nel luglio del 2009. Così ho sentito il bisogno di ricordarlo e di ringraziarlo, a 4 anni di distanza dalla sua morte. E lo voglio abbracciare con una sua frase, che condivido:
"Mi capita spesso di sentire l'inutilità dello scrivere, ma poi mi accorgo che nonostante i dubbi non so fare altro di meglio. Scrivere diventa una necessità segreta, o un vizio a cui non so sottrarmi, un modo per esprimermi di cui non so privarmi."
Gino Montesanto
Ciao, amico mio...e grazie
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