Credo che don Marco Galfrascoli (eccolo nei panni di cappellano del Varese Calcio) fosse del 1940, quindi oggi avrebbe compiuto 73 anni. Lo voglio ricordare con un pezzetto che gli dedicai credo nel 2005 o 2006, dalle pagine de La Prealpina. Ciao, amico mio
IL GRANDE CUORE GRANATA DI DON
MARCO
Nei giorni scorsi la tele ci
ha regalato, postume, le gesta e le emozioni del Grande Torino. Ebbene: fra i
molti telespettatori, due grandi occhi granata, finestre di un immenso cuore
granata, hanno fissato quelle immagini con particolare devozione. Gli occhi e
il cuore sono di don Marco Galfrascoli, attuale parroco di Montonate, 65 anni.
Fra i sacerdoti, non ha rivali al mondo in quanto a passione per i granata,
idoli della sua giovinezza. Solo il Signore ha saputo incidere in lui più di
loro. Lo sa solo il Signore i sacrifici che ha dovuto fare (Lui, il Sommo
Padre) per allontanare dai campi di calcio l’esuberante Marco Galfrascoli,
calciatore di classe cristallina, el pibe de oro di Fagnano Olona, atleta
guadagnato ai campi di Dio, perso per l’italico pallone. Ma tralasciamo il don
Marco calciatore e soffermiamoci sul grande tifoso del Toro. Per avere una
seppur sommaria idea del suo dilatato cuore granata, basti pensare che tutti
gli anni compra un abbonamento e lo omaggia al Torino Club di Angera: è un
gesto di rispetto verso i campioni degli anni Quaranta. Non solo: ogni 4 maggio
è a Superga, nella basilica del dolore e della preghiera, e celebra una Messa
per gli eroi, morti nel 1949. Ma non basta: omaggia adesivi del Toro, ricorda
anche nelle omelie le mitiche partite in seminario, Toro-Resto del Mondo. Su la
tonaca e via. Era lui il capitano di quel Toro in abito talare, lui il
goleador, a lui spettavano le convocazioni. Potete allora immaginare gli occhi
e il cuore di don Marco, nei giorni scorsi. Ma per completezza d’informazione
dobbiamo aggiungere che, qualche anno fa, ancor più intensa sarebbe stata la
partecipazione emotiva di don Galfrascoli all’evento televisivo. Perché la morte
della cara sorella Giulia prima, problemi non trascurabili di salute poi, forse
suggerimenti del suo Signore ed altro ancora hanno spartito il cuore granata di
don Marco, regalandone una fetta consistente all’Africa. Ecco allora la scelta:
vendere una casa di famiglia, acquistare una bella villa a Kampala, in Uganda,
a tutto vantaggio dell’associazione ‘Insieme si può’ (decine di progetti volti
al bene dei fratelli africani) e di quanti abbiano bisogno di un tetto, prima
di lasciare la capitale ugandese per altre destinazioni missionarie. Il parroco
granata è stato di recente in Africa, ha visto la casa, ha respirato il vento
dell’equatore, ha stretto mani e sofferenze d’altro colore. “Ora il mio cuore
granata batte per l’Africa” dice. Ma qualche colpo, qua e là, è
indiscutibilmente, ancora per il Toro.
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