foto premio chiara
Ho qui davanti a me, con il suo autografo, il solo libro che ho letto di Giorgio Faletti, la raccolta di racconti 'Pochi inutili nascondigli'. Nel 2009 facevo parte della Giuria del Premio Chiara, scegliemmo nella terna quel libro perché non era male (certo non un capolavoro) e poi perché Giorgio Faletti era Giorgio Faletti, cioè la completezza: attore, cantante, scrittore da best seller (4 milioni di copie vendute, solo in Italia, del suo romanzo di esordio, Io uccido!). Con Faletti nella terna il Premio ci avrebbe certo guadagnato. Arrivò terzo su tre ma ci regalò la sua cordialità, le sue battute, la sua saggezza, che univa serietà e leggerezza. Di lui invidiavo i 4 milioni di libri venduti (e tradotti nelle principali lingue del mondo) e la sua duttilità nel passare dalla musica al cinema alla scrittura. Sempre con ottimi risultati. Ma forse, soprattutto, invidiavo la sua ironia. Apro allora il libro di Giorgio che ho qui con me e leggo, nella Piccola prefazione dell'autore:
'Eccomi. Se anche vivessi cent'anni, per mia conformazione mentale ed emotiva non riuscirei mai a smettere di considerare ogni volta come la prima volta. La mia vita è stata costellata di tante prime volte. Per mia fortuna non sono freddi numeri in un elenco ma ricordi pieni di un morbido tepore in un angolo significativo della memoria....'
Ciao, Giorgio
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